Bologna, 10 nov. – Rifiuto d’atti d’ufficio. Questa è l’accusa rivolta all’amministrazione da Asia-Usb con il sostegno del Comitato acqua bene comune in merito alla situazione delle ex scuole Ferrari, dove vivono 60 occupanti, che da metà agosto sono rimasti senz’acqua e luce. Nel fascicolo dell’esposto, depositato in questura da una delegazione di attivisti di Asia in tarda mattinata, si ricorda a Regione, Comune e sindaco (in qualità di presidente di Atersir, la società fornitrice d’acqua per conto degli enti pubblici) che “tale reato è stato posto a tutela del buon andamento della pubblica amministrazione, da intendersi come capacità della p.a. di garantire l’effettività delle prestazioni e delle prerogative riconosciute ai singoli cittadini dal diritto pubblico. Quale appunto il diritto di accesso all’acqua potabile“.
Prima di bussare in questura una quarantina di inquilini dello stabile di via Toscana 136, di proprietà della fondazione Carisbo, si erano riuniti in corteo sotto a palazzo D’Accursio insieme ai rappresentanti di Asia, che hanno organizzato anche una conferenza stampa al bar la Linea.
“Togliere l’acqua significa non riconoscere più le persone come esseri viventi. Il sindaco, come responsabile di Atersir deve prenderne consapevolezza”, sottolinea Claudia Candeloro del Comitato acqua bene comune e cita l’articolo 1 della legge regionale del 23 dicembre 2011 che impone a Regione ed enti locali di garantire l’utenza per tutti e la convenzione Onu del 2010 sull’accesso all’acqua.
“La politica se ne lava le mani di questo problema. Palazzo D’Accursio ci aveva anche promesso un tavolo in Regone mai avviato”, afferma Luca Alberici di Asia e ricorda anche che per le scuole Ferrari si stanno tentando due vie distinte, quella legale tramite l’esposto e un’altra illegale, perché di fatto il 17 ottobre Asia ha riaperto abusivamento i rubinetti per non lasciare a secco gli occupanti.
Intanto Comune e Carisbo continuano, in un gioco di rimbalzi, a declinare la responsabilità. L’assessore al welfare Amelia Frascaroli aveva chiesto il 13 agosto a Carisbo di seguire l’esempio dell’Ausl che non ha staccato le utenze a un’altra occupazione, quella all’ex clinica Beretta. La fondazione invece, “da sempre restia a discutere di queste problematiche” secondo Asia, aveva dichiarato il 14 agosto di non essere “intestataria di alcuna utenza relativa a quell’immobile“.
Giovanni Panebianco
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