28 nov. – Cosa resterà di noi dopo la nostra morte? Non solo ricordi, beni e buone azioni ma anche tanti dati e migliaia di byte online. Il tema dell’eredità digitale si è imposto nell’agenda di molte multinazionali tech attraverso le aule di tribunale. Lo scorso ottobre un tribunale in Massachusetts ha imposto a Yahoo di concedere le password di un utente deceduto agli eredi. Di norma, al contrario, le piattaforme online danno la priorità alla privacy degli utenti. Facebook e Google per esempio propongono agli utenti di eleggere un proprio “esecutore testamentale digitale”. Del tema ne ha parlato approfonditamente Giovanni Ziccardi, autore del “Libro digitale dei morti“.
L’approfondimento di Pensatech parte da lì e cerca di affrontare il tema della morte come marketing, con il racconto di Taffo, agenzia funebre attiva sui social network. Il notaio Ugo Bechini spiega quali sono le norme esistenti e quali sono state le difficoltà da affrontare finora, di fronte a multinazionali che, come spesso accade, in mancanza di leggi specifiche se ne creano di proprie. Infine, si riflettere di memoria collettiva e di obsolescenza dei supporti con Paolo Simoni di Home Movies.
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