Una cena al circolo Arci Benassi di Bologna. A giugno alcuni soci, intervistati da La7, hanno espresso posizioni palesemente filo leghiste
Bologna, 10 lug. – Sarà una sorta di ritorno sul luogo del delitto. Il “delitto”, se così si può chiamarlo, sono le opinioni di alcuni soci del circolo Arci Benassi, che a metà giugno, di fronte alle telecamere di La7, hanno espresso opinioni filo leghiste. “Non possiamo accoglierli tutti“, “dobbiamo controllarli uno ad uno”, “Salvini sta facendo bene, deve rimandare a casa loro i migranti che delinquono”. Voci che hanno fatto scandalo – perché il Benassi è considerato tradizionalmente una delle case della sinistra cittadina e perché l’Arci è da sempre schierata a favore dell’accoglienza – e che hanno spinto l’Arci di Bologna a prendere provvedimenti. Il primo passo per l’associazione sarà tornare nel circolone bolognese da 2300 tesserati e lì, in mezzo al mare magnum dei soci – alcuni dei quali apertamente favorevoli a Salvini – lanciare un dibattito proprio sul tema dei migranti. Succederà mercoledì 11 luglio, a partire dalle 18.30. Dopo una serie di interventi programmati tutti protranno intervenire, e a prendere parola ci saranno anche dirigenti nazionali Arci e il sindacalista dell’Usb Aboubakar Soumahoro, impegnato nell’organizzazione dei braccianti nei campi del sud Italia. “È tempo di scegliere da che parte stare“, il titolo dell’incontro.
“Mentre al di là dei confini nazionali si consuma una strage ininterrotta e centinaia di migranti vengono abbandonati in balia del mare o nei lager libici, un’ondata di cinismo e indifferenza sta travolgendo il nostro Paese”, si legge nel testo di lancio dell’assemblea a cui risponderanno, anticipa l’Arci, molte realtà e rappresentanti della sinistra bolognese. “Eppure quello che sta accadendo ha radici lontane, è il segnale di un malessere che ha pervaso le nostre comunità e che troppo spesso la politica ha alimentato, anziché comprenderne le ragioni e contrastarlo, in cerca di consenso e legittimazione. E’ il prodotto della precarietà che pervade le nostre vite, del senso di ingiustizia che sentiamo di aver subito perché la ricchezza continua a essere in mano a pochi mentre la povertà cresce; è l’effetto di una costante regressione sul piano dei diritti e delle tutele per fasce sempre più ampie di popolazione”. Questo il ragionamento alla base di un’assemblea che comunque sarà aperta e pubblica, e se qualcuno prenderà parola per dare ragione a Salvini “ne prenderemo atto”, dice la presidente di Arci Bologna Rossella Vigneri. Un solo punto fermo: “Come già detto nei nostri circoli i razzisti non ci possono stare”.
L’assemblea di mercoledì non sarà un sasso isolato gettato nel mare del consenso leghista. L’Arci provinciale annuncia per settembre una campagna comunicativa nei circoli della città per continuare a parlare di migranti e accoglienza. E sempre con l’autunno arriverà la nuova campagna tesseramento nazionale. Un barcone disegnato sulla tessera e la scritta: “Più cultura, meno paura”. Tutti i soci dell’associazione, vecchi e nuovi poco importa, dovranno farci i conti e metterci la firma quando rinnoveranno la tessera.
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