Don Ciotti: “Basta parlare di legalità, è una parola che ci hanno rubato”
Mi auguro che si parli sempre meno di legalità perché quella parola ce l’hanno rubata e svuotata di senso, dice a Bologna il presidente di Libera Don Ciotti

Don Ciotti a San Lazzaro (Bo) assieme al sindaco Isabella Conti
Bologna, 6 mar. – Un discorso di due ore abbondanti che ha tenuto inchiodati alle sedie le centinaia di studenti delle superiori arrivati per ascoltarlo. Don Ciotti, in visita a San Lazzaro per la prima giornata della “Primavera della legalità“, ha risposto alle domande dei ragazzi, li ha chiamati sul palco, ha discusso con loro di legalità e di mafia, ha raccontato storie di resistenza alla criminalità organizzata e ha invitato alla mobilitazione in vista della XX Giornata delle memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, in programma a Bologna il prossimo 21 marzo.
“Mi auguro che si parli sempre meno di legalità – esordisce il presidente di Libera contro le mafie che chiede di “fermarsi un momento” – La legalità è diventata una bandiera che tutti usano cominciando da quelli che la calpestano tutti i giorni. In questi ultimi 20 anni in cui abbiamo investito tante forze sulla legalità, nel nostro paese è cresciuta l’illegalità”. Continua il presidente di Libera, dopo qualche secondo di silenzio per soppesare meglio le parole: “Dobbiamo rivedere tutto l’impianto di trasmissione del sapere sociale e civile, perché parlare di educazione alla legalità non basta più. E’ riduttivo e fuorviante. ‘Legalità’ è diventata una parola abusata, ce l’hanno rubata e svuotata del suo senso. Dobbiamo affiancare alla parola ‘legalità’ una nuova parola, ‘responsabilità’”.
Lo stesso discorso Ciotti lo fa sulla parola ‘antimafia’. “E’ un problema di coscienza, non una carta d’identità da tirare fuori a seconda delle circostanze. Ci possono essere persone che hanno cavalcato l’onda. Ci sono mafiosi che fanno gli antimafiosi, ma bisogna sempre distinguere per non confondere, non fare di tutta l’erba un fascio”. Parole queste, ha poi specificato a margine dell’incontro, che fanno riferimento anche all’arresto di Roberto Helg a Palermo.
Don Ciotti: “In arrivo altre sorprese per chi si è riempito la bocca di antimafia”
Continua Don Ciotti: “La prima mafia è quella che si annida nell’indifferenza, nella superficialità, nel quieto vivere, nel vedere il male e girarsi dall’altra parte. Chi ha lottato contro la mafia ci ha lasciato un’eredità che si chiama impegno, responsabilità e risveglio delle coscienze. Il problema non sono i mafiosi, il problema siamo noi. Possibile che milioni di italiani non riescono ad assumersi la responsabilità?”
Don Ciotti parla di mafia e di mafiosità, perché “la prima mafia è quella che si annida nell’indifferenza, nella superficialità, nel quieto vivere, nel vedere il male e girarsi dall’altra parte. Chi ha lottato contro la mafia ci ha lasciato un’eredità che si chiama impegno, responsabilità e risveglio delle coscienze. Il problema non sono i mafiosi, il problema siamo noi. Possibile che milioni di italiani non riescono ad assumersi la responsabilità?”. Poi la citazione del cardinale Martini, che nel 1984 attaccò la corruzione, “quella che si insinua nella gestione sconsiderata del denaro altrui, nei favoritismi, nelle clientele, nell’evasione dei doveri civici, nello sperpero del denaro che è di tutti”. “E’ la corruzione – dice Ciotti – il cancro che ci sta divorando tutti”.
Presente all’incontro, oltre a numerosi consiglieri comunali e amministratori della provincia, anche il segretario del Pd Francesco Critelli e il sindaco di San Lazzaro Isabella Conti. Conti si è detta convinta che “questi ragazzi potranno essere la prima generazione a sconfiggere la mafia”. Poi ha speso qualche parola sui ‘metodi mafiosi’ che, ha detto Conti, “non riguardano solo la criminalità organizzata come la mafia ma sono un problema culturale. Certi metodi, certi approcci, anche in relazione ai piccoli comuni e agli enti locali, sono sbagliati. La crisi sta creando molte difficoltà, e questo probabilmente comporta anche un approccio sbagliato nei confronti delle istituzioni. Il fatto che crescano le denunce degli amministratori mi fa però dire davvero che possiamo sconfiggere la mafia”.