Diritti lgbt. Maratona istituzionale in Regione per la legge sull’omotransfobia

Bologna, 26 lug. – Hanno passato la notte in Regione per portare avanti la discussione della legge sull’omotransfobia. Consigliere e consiglieri stanno ancora votando gli emendamenti, in tutto 1780, presentati dalle destre nel tentativo di far saltare di nuovo l’approvazione del provvedimento. Intorno alle 2 di notte a presentarsi è stato anche il governatore Stefano Bonaccini, mentre in Assemblea legislativa ci si organizzava con turni per riposarsi e andare in bagno per garantire il numero legale in aula. A votazione iniziata persino il sistema elettronico di votazione ha ceduto, andando in tilt intorno alle 5.30 e costringendo tutti a fare una pausa. Episodi simili non si vedevano da almeno una ventina d’anni, ha spiegato il direttore generale dell’Assemblea legislativa Leonardo Draghetti all’agenzia Dire, ricordando una vicenda dei primi anni 2000, quando un consigliere d’opposizione di Rifondazione comunista presentò circa 2.000 emendamenti ad una legge.

A supporto dei consiglieri favorevoli, un gruppo di attivisti lgbt, tra i quali non manca il presidente di Arcigay Cassero, Vincenzo Branà, hanno portato cibo, acqua, dolci e caffè. Addirittura i cornetti per la colazione. “Siamo bloccati in Aula dall’ostruzionismo della destra da quasi 24 ore consecutive. A noi però non è mai mancato affetto e sostegno. Anche con tanto di rifornimento di viveri”, è stato il commento del consigliere di Sinistra Italiana Igor Taruffi su Facebook. “Quello che sta accadendo è senza precedenti ma di una cosa siamo certi: l’odio non ci fermerà”, scrivono invece dalla pagina Facebook del Cassero, mentre il presidente Branà ha messo a confronto “l’eroica maratona” della maggioranza alla “tempra della terra che ha sconfitto il fascismo”.
Le votazioni vanno intanto avanti fino alla 35esima ora di discussione, quando il regolamento prevede la possibilità di ridurre i tempi assegnando a ogni gruppo un minutaggio relativo al numero di consiglieri che lo compongono.