10 mag. – Il modo di fare comunicazione di Maurizio Cevenini era il migliore, secondo la docente di semiotica Giovanna Cosenza. Il Cev era infatti in grado di “entrare in relazione con i cittadini e le cittadine”. Una “pratica quotidiana”, “autentica” quella dell’esponente democratico, che manca alla politica contemporanea e di cui il Cev era un maestro.
Per fare politica occorrono “le competenze, il sapere tecnico, i programmi” dice Cosenza, ma senza la “capacità di mettersi in relazione autentica“, ascoltando realmente i cittadini, la politica non va avanti.
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