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Coopservice. Riprendono le proteste in via Zamboni

Bologna, 15 apr. – I lavoratori dell’università di Bologna dipendenti di Coopservice e i collettivi universitari riprendono le proteste in via Zamboni. Picchetti e presidio lungo tutta la via, con due ingressi dell’università (il 32 e il 36) che restano al momento chiusi.

I motivi della protesta? “Vogliamo tornare al vecchio contratto, chi lavora in università non fa il vigilantes ma anche assistenza alla didattica – spiega Antonella Zago del sindacato Cub – Poi c’è la questione salariale. Ci sono ancora 200 euro di differenza tra quello che i dipendenti Coopservice guadagnavano prima del cambio di contratto nazionale e quello che guadagnano ora”.

“Rimangono tutte le ragioni dello sciopero proclamato dopo la settimana di blocco delle attività in via Zamboni 38 – scrivono i lavoratori guidati dal sindacato di base Cub –  Gli accordi sindacali raggiunti tra CGIL e CISL durante le mobilitazioni dei lavoratori in appalto all’università di Bologna, sono assolutamente inaccettabili per vari motivi: non riconoscono le professionalità dei lavoratori; aggiungono ad un trattamento retributivo da fame indennità che possono essere ritrattate dal datore di lavoro in ogni momento con una raccomandata e comunque sono validi fino al 31 dicembre 2015; rimane il contratto vigilanza l’unico che permette a Coopservice di intascare il 40% della tariffa che l’ateneo paga”.

A sostegno della protesta anche alcuni docenti dell’Università di Bologna. Nella foto Maurizio Matteuzzi dei Docenti Preoccupati, che sta facendo lezione all’aperto.

Fra poco lezione in piazza davanti a blocchi del prof matteuzzi, solidale con protesta #bologna #coopservice pic.twitter.com/htrzaoilrw

— Cua Bologna (@CuaBologna) April 15, 2014

“Una protesta incomprensibile“, dichiara Sonia Sovilla della Cgil. “Abbiamo trovato una soluzione per i dipendenti di Palazzo Paleotti, la situazione degli altri 50 la verificheremo a fine luglio. E nel frattempo terremo fede all’impegno assunto con Dionigi di arrivare ad un protocollo sugli appalti”, conclude Sovilla. La Cgil sta lavorando assieme all’università di Bologna alla stesura di un protocollo per governare le future gare d’appalto.

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