Contestazione alla commemorazione per Francesco Lorusso – VIDEO

Bologna, 1 mar. – “Nessuna memoria condivisa”. E’ lo slogan lanciato alla fine della commemorazione per Francesco Lorusso dagli studenti di Hobo e Cua. A colpi di slogan hanno chiesto che le istituzioni lasciassero via Mascarella: l’assessore alla cultura Alberto Ronchi, la presidente del quartiere Milena Naldi e il prorettore Roberto Nicoletti. Al centro della contestazione i 15 divieti di dimora decisi per alcuni degli studenti accusati di aver partecipato agli scontri del maggio scorso in piazza Verdi.
“Vergognatevi, l’anno scorso avete detto che erano state giuste le cariche in piazza Verdi e ora venite qui a sciacquarvi la faccia”, hanno urlato gli attivisti. Naldi ha provato a parlare con loro, ma i ragazzi non le hanno dato tregua: “Ti devi vergognare, vai a casa, sei uno sbirro, sei dalla loro parte”. Slogan e urla sono andati avanti almeno per un quarto d’ora, dopodiché i manifestanti si sono avvicinati al terzetto con la chiara intenzione di farli allontanare dalla targa in onore di Lorusso. Ronchi non ha ribattuto niente, come pure Nicoletti. Dopo un po’ l’assessore e Naldi se ne sono andati insieme: “State sbagliando tutto”, ha detto la presidente del San Vitale lasciando la cerimonia.
Sotto la targa di Lorusso tre mazzi di fiori: uno dell”Ateneo, uno della Provincia e uno di Lotta continua.
Qualche minuto prima delle contestazioni Maurizio Collina, del Prc, nel suo discorso in ricordo di Lorusso aveva ribadito la sua richiesta “di non fare polemiche, perché non aiutano. Non sono le battute che aiutano una situazione grave come i 12 divieti di dimora”. Lo stesso Collina a un certo punto ha cercato di placare i contestatori.
Ma quei provvedimenti per i fatti del maggio 2013 sono ritornati anche nelle parole di Valerio Monteventi, storico esponente dei movimenti, che ha preso la parola dopo Collina: quei divieti di dimora, ha sottolineato, sono la conseguenza di “un’iniziativa del Comune che ha vietato di andare in piazza Verdi anche solo con un megafono”. Contro queste disposizioni “c’è stata una risposta di massa a cui si è contrapposta la solita cappa di denunce”. Eppure, ha aggiunto Monteventi, le “istanze portate avanti oggi dai movimenti non sono poi molto diverse da quelle di quegli anni”, riferendosi al ’77.
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E in serata il corteo lanciato dal Cua in ricordo di Francesco Lorusso e contro i 15 divieti di dimora. Ecco com’è andata: “Francesco vive nelle lotte”, 400 in corteo per ricordare Lorusso.