E’ stato condannato con rito abbreviato a 8 anni di reclusione S.M., il commesso della Procura di Bologna, arrestato a maggio del 2008 con l’accusa di violenza sessuale aggravata a danno di un quindicenne, conosciuto nella parrocchia dove l’uomo ha fatto per anni il catechista. Secondo l’accusa, l’episodio non era rimasto isolato. All’udienza preliminare si è costituito come parte civile un altro ragazzino, non di Bologna, che durante le indagini ha riferito di essere stato contattato via chat dall’imputato. Secondo l’accusa, che aveva chiesto la condanna a 6 anni, l’uomo-di cinquantanni- avrebbe usato più volte lo strumento della chat per condividere con altri ragazzi minori di 16 anni immagini a sfondo sessuale. La polizia postale ha trovato sul suo computer brani di conversazioni in cui offriva ospitalità ai minorenni e parlava esplicitamente di rapporti, per questo è stato raggiunto da una seconda ordinanza di custodia cautelare per violenza sessuale e detenzione e diffusione di immagini pedopornografiche finalizzate all’adescamento dei minorenni.
S.M. si trova in carcere da quando i genitori del quindicenne lo hanno denunciato; proprio a lui avevano fatto cresimare il figlio, adottato dalla coppia. Il ragazzo aveva raccontato a loro, per primi, degli abusi, avvenuti a casa di S.M. Nel corso delle indagini, un uomo di 35 anni si è rivolto alla polizia per denunciare di essere stato violentato all’età di circa 13 anni dal commesso.
Il difensore di S.M. Nicola Chirco ha preannunciato il ricorso in appello.
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