Bologna, 11 mar. – Un centinaio di persone ha partecipato questa mattina alla commemorazione dell’uccisione di Francesco Lorusso, il 24enne studente di medicina e militante di Lotta Continua, ammazzato in via Mascarella l’11 marzo 1977 da un colpo di pistola sparato dal Carabiniere Massimo Tramontani. Alla vigilia del 38esimo anniversario era montata la polemica tra l’Associazione Lotta Continua e alcuni collettivi cittadini tra cui Hobo: i secondi a ribadire che non esiste alcuna “memoria condivisa”, i primi a chiedere il rispetto delle volontà della famiglia Lorusso, che ha sempre voluto rappresentanti delle istituzioni davanti alla lapide di via Mascarella. Lo scorso anno, infatti, alcuni militanti di Hobo e Cua avevano chiesto a gran voce che la presidente del quartiere Milena Naldi, all’assessore comunale Alberto Ronchi e al prorettore Roberto Nicoletti lasciassero la via.
Quest’oggi tutto è filato liscio. Nessun grido “vergogna, vergogna” è risuonato nella via, così come nessun discorso è stato pronunciato da rappresentanti di istituzioni, enti o associazioni. “Abbiamo preferito evitare” ha spiegato Mauro Collina, presidente dell’Associazione Lotta Continua. E così, pur divisi, davanti alla lapide che ricorda il giovane militante si sono ritrovati i compagni del movimento che fu, attivisti di Hobo, Ross@, Usb, Vag61, i rappresentanti di Quartiere, Comune e Università. Ognuno con la propria memoria come si leggeva sulle corone di fiori e i mazzi lasciati sotto la lapide al 37 di via Mascarella.
“Nessuna memoria condivisa con i nemici di Francesco” c’era scritto sulla corona di fiori rossi, garofani, rose e gerbere, che “Le compagne e i compagni del movimento” hanno deposto accanto a quelle degli amici, della famiglia e dell’Università.
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