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Classe ponte. Il prof Guerra: “E’ stato un incidente”

Bologna, 21 nov. – “La classe ponte delle scuole Besta non è accettabile sul piano pedagogico, la considero una soluzione tampone da non criminalizzare”, “una toppa che coraggiosamene hanno messo dei colleghi e che al più presto va tolta”. E poi ancora: “Non è un progetto pilota”, piuttosto “è stato un incidente“. Lo dice il direttore del dipartimento di scienze della formazione dell’Università di Bologna, Luigi Guerra. “E’ vero – prosegue Guerra – a volte c’è separazione tra l’università e la scuola, ma da questa situazione ne possiamo uscire non col Ministero ma col lavoro sul territorio, attraverso un coordinamento tra l’assessorato regionale all’istruzione e l’ufficio scolastico regionale. L’intenzione è quella di dare una nuova centralità al CD>>LEI, la struttura pubblica che si occupa di insegnare ai ragazzi l’italiano. Dei nuovi arrivati se ne devono fare carico tutti, non una singola scuola o quartiere”.

Ad AngoloB abbiamo affrontato la questione della classe ponte creata alle scuole Besta, nel quartiere San Donato. Un “ambiente di apprendimento temporaneo” -come lo ha definito il dirigente delle Besta Emilio Porcaro- che ospita 20 ragazzi, tutti non italiani. Oltre a Guerra in trasmissione anche l’intervento dell’assessore comunale all’istruzione Marilena Pillati, che parla di un “coordinamento tra le scuole da estendere anche alle medie e elementari“. Poi Stefania Malavolta, facilitatrice linguistica del CD>>LEI e insegnante di italiano L2, che racconta come funziona l’insegnamento della lingua all’interno delle classi eterogenee. Un’opera complessa che richiede il coordinamento di docenti, mediatori culturali e insegnanti per i laboratori di lingua. Oltre ovviamente alla formazione e ai finanziamenti necessari. Infine Massimo Corsini, educatore delle Besta a favore della “classe ponte” e Arcangela Mastromarco, docente milanese con un’esperienza ventennale nell’insegnamento dell’italiano, che ha spiegato perché secondo lei la soluzione “classe ponte” è pedagogicamente inaccettabile.

Poi ci sono i dati forniti dalla Opimm, l’opera dell’immacolata che lavora per la prefettura e che si occupa del ricongiungimento dei minori stranieri. L’Opimm, oltre a dedicarsi per conto della Prefettura alle questioni burocratiche, ha creato un osservatorio in grado di prevedere con parecchi mesi di anticipo l’arrivo dei ragazzi in città. “Sappiamo che i dati che forniamo sono importanti per la programmazione scolastica – spiega la direttrice Maria Grazia Volta – eppure l’osservatorio è precario e ogni anno dobbiamo andare in cerca di fondi europei”. I dati che fornisce l’Opimm sono chiari. Rispetto al 2012 i ricongiumenti di minori sono nettamente diminuiti. Le richieste da gennaio a settembre sono state 474, contro le 1067 del 2012. “Difficilmente i numeri saliranno di molto – spiega Volta – Assistiamo ad una diminuzione dei ricongiumenti“. In particolare, per quanto riguarda le fasce d’età, i dati Opimm parlano di 87 ricongiumenti su tutta la provincia per quanto riguarda le scuole medie. Di questi solo 55 si riferiscono alla città di Bologna. Tra gennaio e settembre 2013 sono stati così distribuiti: 17 nel primo trimestre, 25 nel secondo e 13 nel terzo (luglio-agosto-settembre).

Rimangono aperte alcune questioni:

– Quest’anno i ragazzi della “classe ponte”, una volta giudicati linguisticamente pronti per l’inserimento, saranno distribuiti all’interno delle classi eterogenee della stessa scuola media Besta, e questo a prescindere dal loro quartiere di provenienza. Cosa accadrà l’anno prossimo?

– Quali sono le scuole che hanno respinto i ragazzi che poi si sono ritrovati alle scuole Besta? E qual è il motivo dei respingimenti?

– Quali misure saranno messe adottate l’anno prossimo per “spalmare”, come già annunciato, i ragazzi appena arrivati nelle varie scuole del territorio?

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