Bologna, 29 nov. – “Ci sarà sempre chi non si rassegna davanti alle minacce, all’arroganza e alle violenze dell’Arma tanto orgogliosa di reprimer terrorizzando. Non importa chi (sovversivi o teste calde), non importa dove (anni fa a Nassiriya, mesi fa a Firenze, la scorsa notte a Bologna,…)”. E’ la conclusione di comunicato apparso domenica sul sito di area anarchica Finimondo. Un testo che inizia citando il camion bomba di Nassirya nel 2003, che attaccò la base italiana “Maestrale” uccidendo 28 persone, e tra questi 12 militari dell’arma in missione in Iraq; e che finisce rivendicando l’attacco incendiario alla caserma dei carabinieri di Corticella nella notte tra sabato 26 e domenica 27 novembre.
L’articolo, pubblicato a poche ore di distanza dall’attacco alla caserma di via San Savino, punta il dito contro i militari dell’Arma (“Se il loro padrone ordina di bastonare, loro bastonano. Se ordina di torturare, loro torturano. Se ordina di ammazzare, loro ammazzano”) e poi parla delle volte in cui “le anime non pie si incazzano davanti a questi manovali del terrore di Stato”. E quando succede, si legge, “non è la repressione a bussare alla porta di chi si è preso qualche libertà, è chi si prende qualche libertà a bussare alla porta della repressione”. Poi la conclusione con il riferimento all’attacco alla stazione Corticella dei carabinieri, con le due taniche di benzina fatte esplodere nella notte davanti alla porta della caserma. Un ordigno rudimentale confezionato con petardi, 200 grammi di polvere pirica e una miccia per l’innesco.
Attacco incendiario alla caserma dei carabinieri di Corticella
La pista anarchica battuta da subito dagli investigatori sembra dunque confermata. Le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona hanno immortalato l’azione di tre uomini incappucciati, ma secondo chi indaga il gruppo d’azione potrebbe essere stato composto da 4 o 5 persone, un team con un’alta preparazione e probabilmente arrivato da fuori Bologna. I carabinieri hanno formato una sorta di ‘pool’ investigativo dedicato al fatto. Il gruppo, composto da ufficiali e sottufficiali tutti dell’Arma, lavora in stretta sinergia con il Ros e sotto il coordinamento del Procuratore Giuseppe Amato e dal Pm Antonella Scandellari. L’inchiesta è per atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi.
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