Bologna, 14 apr. – È stata inaugurata oggi Casa Merlani, il centro “Hub minori”, aperto il 20 marzo scorso, che garantisce ospitalità a 37 minori stranieri non accompagnati di sesso maschile. Hanno tagliato il nastro l’assessore Amelia Frascaroli e il prefetto di Bologna Ennio Mario Sodano. Ai 37 si aggiungono 10 posti alla comunità di prima accoglienza Il Ponte e tre alla comunità di prima accoglienza Ginestra.
“Hub Accoglienza Minori Emilia-Romagna” nasce per rispondere all’esigenza di un assistenza mirata all’utenza e per risolvere i difficili problemi di coabitazione tra adulti e minori. L’Hub, spiega l’assessore Frascaroli, si inserisce in un progetto di creazione di “strumenti di accoglienza civili che permettono alle persone di avere un minimo di risposte e protezione e che, contemporaneamente, permettono ai territori di creare reti e strumenti per affrontare il problema”. In particolare, a Bologna ha aperto la strada nel luglio 2014 l’Hub regionale di accoglienza adulti che ha sostituito i centri di detenzione Cie.
Casa Merlani è una struttura di passaggio che prevede lo spostamento dei ragazzi ospitati nel giro di 60/90 giorni in progetti di seconda accoglienza mirati sulle effettive esigenze personali. Durante la permanenza vengono però già effettuate alcune prime operazioni che comprendono screening sanitario, identificazione, consulenza sui diritti dei minori e avvio di procedure di ricongiungimento familiare.
In questo momento la struttura ospita 30 ragazzi provenienti soprattutto dall’Africa occidentale e in maggioranza richiedenti asilo politico che si trovavano prima nel Centro, per adulti, di via Mattei.
Per adattare l’ex scuola Merlani al nuovo progetto non sono stati necessari molti lavori. Lo stabile, infatti, era già stato ristrutturato dal gruppo di 50 migranti arrivati a Bologna durante la guerra in Libia che l’avevano preso in autogestione per un anno tramite una convenzione stipulata con il Comune.
“È solo un piccolo passo perché l’emergenza non è finita”, dice il prefetto Sodano, “un piccolo passo per tentare di far fronte per il tempo che sarà necessario al rinnovato allarme sbarchi lanciato del ministero”. “I numeri”, continua, “indicano che dobbiamo essere pronti almeno ad affrontare un’emergenza come quella dello scorso anno, infatti, i paesi in difficoltà e in guerra sono sempre più numerosi”. I numeri esatti di cui si parla, però, non si riescono ad avere: “si rischia di minimizzare o, al contrario, di terrorizzare”.
di Clara Vecchiato
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