In sei anni dalla categoria dilettanti alla serie A è questo, dicono i carpigiani, “il miracolo ben oltre ogni rosea aspettativa” del Carpi, squadra dell’omonima piccola cittadina di poco più di 70 mila abitanti in provincia di Modena.
Per la città, colpita tre anni fa dal terremoto e con ancora aperti i cantieri per la ricostruzione, è un vero riscatto. Dopo tante sofferenze e “anni di gavetta dalle retrovie” riuscire ad arrivare dove sono arrivati “è un miracolo non solo sportivo ma anche e soprattutto economico”. La squadra, infatti, ha usato un badget low cost e per questo ha scelto una formazione con pochi stranieri e quasi tutti italiani.
I cittadini raccontano la loro gioia e non mancano di ringraziare il “fantastico” mister Fabrizio Castori, ma hanno anche molte perplessità sulla gestione di questa promozione inaspettata. Lo stadio di Carpi, infatti, è troppo piccolo per le partite della serie A e quindi le alternative sono giocare fuori casa, probabilmente a Modena o Reggio Emilia, oppure sostenere forti costi per ampliare lo stadio.
Le voci degli abitanti
di Clara Vecchiato
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