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Cara Irma, Bologna si è dimenticata di te

Bologna, 16 agosto 2014

Cara Irma,

l’altra mattina sono passato nella via dove abitavano i tuoi genitori, a pochi passi dallo Stadio. Quella via che ora porta il tuo nome, Irma Bandiera.
Li, proprio sul muro davanti al quale i fascisti di Tartarotti ti uccisero, ora c’è una lapide bianca e sopra la tua foto sorridente. C’è scritto: “Irma Bandiera, eroina nazionale. Il tuo ideale seppe vincere le torture e la morte. La Libertà e la Giovinezza offristi per la vita e il riscatto del popolo e dell’Italia. Solo l’immenso orgoglio attenua il fiero dolore dei compagni di lotta”.
L’hanno messa, molti anni fa, “quanti ti conobbero e amarono”. L’hanno messa, c’è scritto sopra, “nel luogo del tuo sacrificio a perenne ricordo“.

Sono passati settant’anni esatti da quel giorno, Irma. E in pochi si sono ricordati di te. È triste ammetterlo, ma nel settantesimo anniversario della tua uccisione, “prima fra le donne bolognesi ad impugnare le armi per la lotta nel nome della libertà”, di te Bologna si è dimenticata. Sotto la tua lapide ci sono solo fiori rossi, di plastica. Ancora più sotto una corona d’alloro vecchia di mesi. Forse è lì dal 25 Aprile.
Dirai, non sono i fiori a tenere vivo il ricordo. Vero, Irma, senza dubbio. Però non c’è stata nemmeno una parola, un evento pubblico, una nota, un comunicato. Nulla.
Forse, Irma, il tuo errore é stato morire a metà agosto. Adesso, in questo mese la città si svuota. E la politica, anche quella più attenta a ricordare te e le altre e gli altri che come te combatterono contro il fascismo, va in vacanza.
Sta di fatto, Irma, che nessuna delle istituzioni della città, dei partiti, delle associazioni, dei movimenti , nessuno si è ricordato di te.
È vero, il tuo nome campeggia in molte vie di paesi del Bolognese, sul monumento alle partigiane di villa Spada e in Certosa. Il tuo viso sorridente è insieme a quello degli altri caduti partigiani in piazza del Nettuno. È anche sulle magliette rosse del Pratello R’esiste, una festa di strada nata in quella via per ricordare la lotta tua e dei tuoi compagni.

Tutto vero, Irma, però il settantesimo anniversario della tua uccisione è passato senza rumore. Tu, compagna Mimma, che sei stata, come recita la motivazione della Medaglia d’Oro, la “prima fra le donne bolognesi ad impugnare le armi per la lotta nel nome della libertà”, un simbolo per molte e per molti, non meritavi questo silenzio. Il silenzio della tua città, il silenzio di coloro per cui tu hai dato tutto.

Ti prometto che non accadrà più.

Redazione

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