Bologna, 1 ago. – “Ci aspettavamo un saluto formale, in realtà il ministro si è dimostrato estremamente aperto, disponibile, pragmatico e competente”. Non nasconde una nota di sorpresa Claudia Facchinetti, una dei pazienti del “Comitato Pazienti Cannabis Medica”, dopo l’incontro con la ministra della salute.
Durante la visita all’Istituto chimico farmaceutico militare di Firenze, dove attualmente la cannabis terapeutica viene prodotta, i membri del comitato hanno esposto le loro preoccupazioni, principalmente per la difficile reperibilità della cannabis medica, l’esigenza di una grande opera di formazione per i medici, il problema di una normativa omogenea sul tema dei permessi per le patenti di guida.
Dopo l’estate, ci anticipa Facchinetti, partirà anche un tavolo tecnico nazionale che riunirà istituzioni, medici, ricercatori, farmacisti e pazienti. Un modello che è già stato attuato, positivamente, in Emilia Romagna: “Credo sia un segnale di grandissima apertura, su un tema che il ministro ha dimostrato di avere a cuore”.
Per risolvere la cronica mancanza dei farmaci prodotti con cannabis, la ministra ha annunciato che “verrà bandita una sorta di manifestazione di interesse per una partnership pubblico-privata, per aumentare la produzione della cannabis terapeutica”. La produzione all’Istituto chimico farmaceutico militare di Firenze, infatti, sembra ancora insufficiente e spesso la disponibilità dei farmaci dipende dall’importazione dall’Olanda. “La situazione è ancora molto differenziata a livello nazionale”, spiega Facchinetti, “Al momento si trova ma non si trova in tutta Italia. In Emilia Romagna al momento siamo messi “bene” ma ci aspettiamo da un momento all’altro delle carenze”.
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