Le foto sono di Clara Vecchiato
Bologna, 24 mar. – A Bologna si è tenuto in piazza Maggiore un presidio in memoria di Farkhunda, la giovane afghana massacrata da una folla di persone che l’accusava di aver dato fuoco al Corano in una moschea di Kabul. Una ventina di persone con i cartelli in pashtu, italiano e inglese. Qualche candela e molte rose rosse e bianche.
L’idea di fare qualcosa è nata da Navid Raza, studente venticinquenne di scienze internazionali e diplomatiche a Forlì, Jan Nawazi, pizzaiolo di 25 anni afghano-bolognese, ha voluto allargare l’invito alla partecipazione a tutti, non solo alla comunità afgana.
“Quando ho saputo di Farkhunda non riuscivo a smettere di piangere, perché le donne continuano ad essere trattate come oggetti” ci dice Nawazi, che sulla situazione attuale del paese che ha lasciato da piccolo continua ad essere molto preoccupato.
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