Bologna, 28 nov. – I negoziati alla Cop19, la 19esima Conferenza delle Parti dell’UNFCCC sui cambiamenti climatici che si è svolta la scorsa settimana a Varsavia, erano arrivati ad un punto morto dopo che la Cina e l’India avevano insistito su un testo che manteneva le “responsabilità comuni ma differenziate” per affrontare il cambiamento climatico, un concetto del quale gli Usa e l’Europa vogliono sbarazzarsi insieme alle loro responsabilità storiche per il global warming.
Uno spettacolo abbastanza usuale, già visto a Doha l’anno scorso o a Copenhagen l’anno prima.
Alla fine è stato raggiunto un compromesso nel quale la parola “impegni” è stata sostituita dalla meno impegnativa “contributi”. E ancora una volta i Paesi sviluppati sono stati accusati da quelli di più recente sviluppo di non rispettare la promessa fatta a Copenhagen nel 2009 di aumentare gli aiuti climatici a 100 miliardi di dollari l’anno a partire dal 2020.
Per ciò che riguarda invece le discussioni sul mercato dei crediti carbonio sono state rimandate a marzo 2014, in occasione di un incontro secondario che si terrà a Bonn.
A KmZero ne abbiamo parlato con Alberto Zoratti, giornalista esperto di ambiente e beni comuni.
Foto di Greenpeace, a Poznam alla Conferenza Onu sui cambiamenti climatici del 2008
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