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Caffarra contro il welfare alle coppie di fatto: «La legge non va rispettata»

1 dic. – Il cardinale Carlo Caffarra si scaglia contro la norma regionale che riconosce alle coppie di fatto pari accesso ai servizi. Con un appello rivolto al presidente della Regione Vasco Errani, chiede che la novità introdotta nella finanziaria regionale venga ritirata, perché avrebbe «effetti devastanti sul nostro tessuto sociale» e sarebbe «un attentato alle clausole fondamentali del patto di cittadinanza».

Errani ha fatto sapere che chiederà un incontro al cardinale per chiarire le reciproche posizioni: «Valuterò con grande rispetto, come doveroso, l’inedito appello». Poi ribadisce che l’articolo 42 della finanziaria regionale  «è esplicitamente rivolto ad assicurare l’accesso ai servizi regionali, senza nessuna discriminazione, attraverso l’applicazione di una norma dello Stato, e non ha certo intenzione di intervenire sulla definizione di famiglia che è normata nella Carta Costituzionale e sicuramente non è nella
potestà legislativa della Regione».

Caffarra, che precisa di parlare come «cittadino, cristiano e vescovo», sostiene che «parlare di discriminazione in caso di non approvazione» – come ha fatto Errani  – «non ha senso: se è ingiusto trattare in modo diverso gli uguali, è ugualmente ingiusto trattare in modo uguale i diversi», prosegue l’appello. Il cardinale «dice una grande inesattezza – sostiene Emiliano Zaino, presidente dell’Arcigay il Cassero -, innanzitutto, in quanto i cosiddetti Dico di Errani regolerebbero l’accesso ai servizi, non il trattamento erogato, che si determina invece interpolando numerosi parametri. Questo Caffarra lo sa bene, ma dall’alto del suo pulpito sceglie di diffondere inesattezze e di far apparire come uno scempio quello che il resto del mondo chiama pari opportunità». Per il Cassero, «il Cardinale rimarca con le sue parole una distanza tra questa Chiesa e il modello di democrazia che l’Europa si è posta».

«Dio vi giudicherà – dice Caffarra – anche chi non crede alla sua esistenza, se date a Cesare ciò che è di Dio stesso», è l’anatema dell’arcivescovo, che  poi calca la mano: «Vi possono essere leggi gravemente ingiuste che non meritano di essere rispettate».

Quest’ultimo passaggio non è sfuggito alla Rete Laica, che parla di una «gravissima minaccia eversiva» da parte di Caffarra e invita le istituzioni emiliano-romagnole a sospendere i finanziamenti alla Chiesa cattolica».

Picture in thumbnail by Roberto Serra/Iguana Press

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