Bologna, 1 giu. – “La parola d’ordine di questa svolta epocale sui vaccini è flessibilità“. A dirlo è Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna e della conferenza Stato-Regioni. Bonaccini, da tempo sostenitore dell’obbligo vaccinale, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano Avvenire. Il tema è quello del decreto di legge sull’obbligo vaccinale, un provvedimento che ha dichiarato obbligatorie per bimbi e ragazzi fino ai 16 anni dodici vaccinazioni, contro le quattro precedentemente definite obbligatorie.
“Siamo pronti per l’obbligo”, ha detto Bonaccini, “ma nessun genitore verrà condannato dal decreto nazionale, e nessuno dovrà esserne danneggiato”. Il che significa che eventuali problemi organizzativi delle Ausl (e della macchina burocratica che dovrà applicare il decreto, quando sarà pubblicato) non ricadranno sui genitori. “Ci sarà spazio per una fase transitoria – ha spiegato Bonaccini all’Avvenire – Soprattutto, devono essere le istituzioni a contattare i genitori, non loro ad andare in asia e far scattare la corsa ai vaccini. Le famiglie verranno chiamate, le aziende sanitarie provvederanno dopo aver fatte le verifiche insieme agli asili, e qualora non siano chiamate ci dovrà essere spazio anche per delle autocertificazioni per esempio, che attestino la disponibilità al vaccino permettendo l’iscrizione dei bimbi”.
“Se però una famiglia si rifiuta a oltranza – ha sottolineato il governatore dell’Emilia Romagna – la legge parla chiaro: l’accesso agli asili pubblici e privati le sarà precluso”.
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