Bologna, 7 feb. – Bologna è la capitale italiana delle morti dovute all’abuso di sostanze stupefacenti. Il triste primato è stato messo nero su bianco dalla Relazione annuale sullo stato delle tossicodipendenze in Italia redatto, con sei mesi di ritardo, dal Dipartimento delle politiche antidroga presso la Presidenza del consiglio. Nel 2015 i decessi per overdose sono stati, nel territorio provinciale di Bologna, 22: più di Napoli e Torino (21), Roma (20), Milano (11), aree metropolitane con un numero di abitanti molto più alto. Secondo Salvatore Giancane, tossicologo esperto di riduzione del danno, questo è dovuto principalmente a due fattori: Bologna è una piazza attrattiva per persone che fanno abuso di sostanze per via del fiorente mercato illegale che consente di reperire, a prezzi contenuti, quasi tutti i tipi di sostanze stupefacenti. L’altro fattore è l’assenza di servizi di prossimità a bassa soglia, come il Drop-in, chiuso nel 2008 e che non è nei piani dell’amministrazione comunale riaprire. Il medico cita le storie delle ultime tre persone che sono state trovate morte a Bologna: “Si tratta di non residenti, arrivati in città per consumare droghe e che nessun servizio è riuscito ad intercettare”. “Nel 2003 quando il sistema della riduzione del danno funzionava bene, le morti sono state solo 4″. Secondo il tossicologo si è smantellato un sistema, quello incentrato sulla riduzione del danno, che faceva della facilità di accesso al servizio il suo punto di forza. “Bisogna progettare i servizi come li penserebbero i consumatori, non come ce lo immagineremmo noi” dice Giancane.
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