26 mar. – Nessun aumento di tariffe o Irpef, sale invece dello 0,1% l’Imu sulla prima casa. E’ questa, in sintesi, la manovra che la giunta guidata dal sindaco Virginio Merola ha predisposto per il 2013. Palazzo d’Accursio deve fare i conti con un ammanco di circa 45 milioni, 30 dei quali sono mancati trasferimenti statali e il resto tagli di altri livelli istituzionali e aumenti di spesa. Con i 120 che lo Stato ha tagliato nel biennio 2011-2012 i finanziamenti statali a Bologna sono ridotti a zero mentre il capoluogo emiliano dovrà versare risorse al nuovo fondo di solidarietà.
Per far quadrare i conti, oltre a risparmi per 27 milioni di euro, il Comune fa quello che l’anno scorso decise di evitare: alzare l’aliquota base dell’IMU sulle prime case. Quello 0,1% consentirà di raccimolare 17,4 milioni di euro. “E’ l’unica via” ha detto il sindaco Merola. Ascolta sindaco-bilancio
Scontenti ma disposti al dialogo i sindacati. “Avere una prima casa non vuol dire essere ricchi” ha detto Alessandro Alberani, numero uno della Cisl. “Siamo arrivati lunghi” è il commento di Luciano Roncarelli della Uil. L’Usb critica alla giunta di non aver dato sufficiente battaglia contro il governo. Per la Cgil uno dei nodi è il forte impegno del Comune nella gestione delle scuole d’infanzia e chiede di aprire una vertenza con lo Stato.
Cgil Cisl e Uil si troveranno giovedì per confrontarsi sul bilancio, il prossimo appuntamento con l’amministrazione è fissato per martedì prossimo 2 aprile.
L’aumento dell’IMU dovrà essere votato dal Consiglio Comunale entro il 23 aprile prossimo, ma la giunta Merola non esclude eventuali aggiustamenti a settembre se la situazione politica nazionale migliorasse.
Il bilancio è stato illustrato immediatamente anche in commissione comunale. Non c’è stato molto tempo per il dibattito che sarà rimandato ai prossimi incontri, ma le opposizioni hanno promesso che non faranno mancare le proposte di modifica. Per esempio Marco Lisei del Pdl chiede che a pagare per garantire l’equilibrio del bilancio non siano tutti i cittadini, ma quelli più fortunati”. Detto altrimenti, “non è giusto che il figlio di Montezemolo paghi zero per andare all’asilo”.
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