Bologna, 15 giu. – Bifo Berardi scrive una lettera al rettore Ivano Dionigi per difendere gli attivisti di Hobo, costretti agli arresti domiciliari e dal divieto di dimora. Il filosofo si firma “matricola 1925” e rievoca quando nel 1974 ad occupare c’era lo stesso Dionigi. “Occupammo insieme la Centrale universitaria per un’agitazione dei docenti precari” scrive Bifo, che, dopo aver ricordato le strade diverse intraprese, fa appello ai valori comuni: “
E infine arriva il punto: la manifestazione contro la presenza della Ministra Madia all’Unibo, finita con le manganellate della polizia, che chiudeva l’accesso dall’università, e le misure cautelari per gli attivisti di Hobo.
“Se mi permetto di turbare la tua tranquillità e i tuoi studi con questa lettera personale, è perché credo che una tua parola avrebbe un peso che non può avere quella di un cittadino qualunque quale io sono” conclude Bifo, che si rivolge al compagno di un tempo con questo appello: “Sono certo che una volta informato dei fatti, tu – che non sei codardo né succube di una violenza fascista – chiederai alle autorità competenti di ritirare queste misure ingiuste”.
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