Bianchi: “Non sono uno che divide, la società dica quello che vuole”

Per il dopo Errani il professore, assessore al lavoro nell’ultima giunta, ha ricevuto l’endorsement di Romano Prodi e dell’assessore Frascaroli

Bianchi: “Non sono uno che divide, la società dica quello che vuole”

Bologna 30 lug – Non è ancora venuto il tempo per Patrizio Bianchi per scendere in campo ufficialmente nella corsa al candidato per il dopo Errani. Ma la strada in qualche modo è tracciata per quella che, per Bianchi, deve essere la chiamata che arriva dalle comunità dell’Emilia Romagna. La situazione è ancora molto fluida, il segretario regionale Pd Stefano Bonaccini non ha sciolto le riserve sulla sua candidatura alle primarie. Primarie che non è detto che si terranno. In ballo c’è anche il famoso nome che metterebbe tutti d’accordo. Venerdì 1 agosto ci sarà la direzione regionale del Pd che però, molto probabilmente, fornirà risposte solo sulle regole delle future primarie.

Il professore ferrarese, assessore alla scuola e al lavoro nell’ultima giunta regionale, ha ricevuto un endorsement di peso: quello di Romano Prodi sulle pagine del Corriere di Bologna. L’ex presidente del consiglio, all’interno di un ragionamento più generale sullo stato di salute dell’impresa in Emilia Romagna, ha promosso il lavoro dell’assessore Bianchi soprattutto sull’istruzione tecnica. E su facebook, l’assessore comunale al welfare Amelia Frascaroli gli ha chiesto ufficialmente di candidarsi per le future elezioni regionali.

“Continuo a ricevere decine di telefonate di persone della società civile che mi dicono che il tema del presidente della regione e quello del ruolo della regione non è un problema interno del partito ma deve coinvolgere tutte le comunità dell’Emilia Romagna, quelle della scuola, della ricerca, del volontariato – spiega Bianchi ai nostri microfoni – mentre la politica ancora una volta sembra in empasse, le comunità si stanno muovendo con pacatezza ma con determinazione”. E aggiunge: “Dieci giorni fa ho detto che non ci devono essere primarie che diventano un concorso di bellezza in cui tutti alzano la mano e urlano ma ci deve essere un lavoro di tutti per costruire e unire”. Bianchi riflette sul momento delicatissimo che si sta vivendo, la riforma del Senato prefigura una riforma delle Regioni e del ruolo che giocano anche nell’interlocuzione con l’Europa. Bianchi pensa alla coesione sociale dimostrata dopo il terremoto nel 2012. “Basta ai proclami – aggiunge Bianchi – facciamo in modo che la società dica cosa vuole”.

Abbiamo chiesto a Bianchi se questo è anche un appello che rivolge al Pd: “E’ chiaro che è rivolto anche al partito. Io non sono uno che divide, io ho l’ambizione di unire e l’altra ambizione che ho è quella dell’istituzione. Però ho anche forte un sentimento: se l’Emilia Romagna non è capace di darsi una progettualità d’insieme non ci sarà più l’Emilia Romagna. Verremo risucchiati da Milano o da territori più lontani, pensi a quanto è centrale la Germania nelle nostre imprese”.

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