Bologna, 17 dic. – “In tutta questa vicenda, che è durata abbastanza, io sono rimasto sereno“. Risponde così Augusto Barbera, all’indomani della sua elezione a giudice costituzionale, arrivata per lui, per Franco Modugno e per Giulio Prosperetti dopo 17 mesi e 32 votazioni del Parlamento e grazie a una intesa fra il Pd e il M5S. Il professore emerito di diritto costituzionale prevede di non trasferirsi a Roma, ma di fare il pendolare da Bologna. Per lui, che è stato parlamentare per cinque legislature, sarà “un bel sacrificio” non poter esprimere posizioni politiche, come prevede il ruolo istituzionale, che, d’altra parte, per un costituzionalista “è il massimo di espressione delle sue capacità”. E’ lui stesso a distinguere così “sul piano personale, gli aspetti positivi e quelli meno positivi” della elezione.
Fra i temi che dovranno essere realizzati dalla Corte costituzionale, ci sono la legge elettorale, la normativa sul lavoro, il diritto di famiglia. Barbera, ora, non si esprime su queste materie, neanche se gli si chiede un parere sulla costituzionalità del matrimonio gay. “Sono obbligato a tacere e a parlare solo attraverso il mio contributo all’elaborazione delle sentenza”, spiega.
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