Bologna, 31 ago. – “L’ultimo anno vissuto da tifoso è stato un vero e proprio incubo”. Olivio Romanini, giornalista politico del Corriere di Bologna, è un tifoso del Parma Calcio. A lui abbiamo chiesto aiuto per raccontare la favola del Parma Calcio 1913, la società sportiva dilettantistica nata per far rinascere la squadra di calcio, spedita tra i Dilettanti dopo il fallimento della passata gestione.
Le ultime gare dell’ultimo campionato di Serie A, il Parma le aveva giocate con gli spogliatoi freddi: la società non aveva più nemmeno i soldi per pagare le bollette ed infatti a giugno è sceso il sipario sul Parma Fc. Il fallimento della società non ha fatto però venire meno l’affetto dei tifosi e della città per i colori della maglia. Durante l’estate, alcuni imprenditori tra i quali figura, a titolo personale, Guido Barilla, insieme ad alcune “bandiere” crociate, come Nevio Scala, Luigi Apolloni e Alessandro Lucarelli, hanno dato vita alla Parma Calcio 1913. Che quest’anno militerà nel campionato Dilettanti.
Una campagna di comunicazione virale, il 40% del capitale sociale raccolto tra i tifosi sul “modello di azionariato popolare delle squadre tedesche”, una campagna abbonamenti che ha raccolto oltre 9 mila abbonamenti: sono questi i numeri di una favola che con il calcio moderno, quello dei diritti tv e degli sponsor, ha forse poco a che vedere.
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