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Atlantide. C’è lo sfratto. Un mese di tempo, poi lo sgombero. “Non ci muoviamo”

Bologna, 1 apr. – Questa mattina è stata recapitata l’annunciata lettera di sfratto per Atlantide. La missiva spiega come il cassero di Porta Santo Stefano sia stato assegnato alle associazioni Xenia e Evoè, e ai collettivi di Atlantide dà tempo 15 giorni per lasciare lo stabile. Poi, trascorsi altri 15 giorni – e quindi a partire dal primo maggio – arriverà lo sgombero esecutivo. “In difetto della riconsegna dell’immobile entro i suddetti termini – si legge nella lettera- sarà emesso a vostro carico ai sensi degli artt. 823 e ss. del c.c. ordine in via di autotutela di immediato sgombero“.

“Si tratta – risponde Atlantide in un lungo comunicato – dello stesso articolo del codice utilizzato anche per i beni confiscati alla mafia […] Atlantide è uno spazio comune e non (del) Comune. Per questo abbiamo deciso di sciogliere le associazioni con cui avevamo firmato la convenzione nel 2008, Donnedimondo, Lo Spazio ed Eccentrica. Per questo aderiamo al progetto di Comitato per la promozione e la tutela delle esperienze sociali di autogestione, lanciato da XM24 e raccolto da diversi spazi sociali, singolarità e realtà autorganizzate cittadine”. Chiara la posizione degli occupanti, esplicitata nell’ultima frase del comunicato: “Atlantide resta dov’è“.

Su facebook arriva la prima presa di posizione. La capogruppo di Sel in Comune, Cathy La Torre, scrive: “Lo dico senza mezzi termini: SONO CONTRARISSIMA ALLO SGOMBERO DI ATLANTIDE. Spero che l’Amministrazione non proceda. Mi spiace per chi invoca la retorica della legalità (troppo spesso usata ad arte) ma ATLANTIDE non deve scomparire e i bandi servono non ad uccidere realtà esistenti ma ad allargare anche a quelle nascenti!”

L’appello del Cassero: “Il Comune si fermi, no allo sgombero”

“Le associazioni che hanno vinto il regolare bando per l’assegnazione degli spazi  del  Cassero  di  Porta  Santo  Stefano, più di un anno fa, hanno il diritto  di  prendere  possesso  dei  locali – dice un comunicato dell’amministrazione comunale di Bologna –  La  lettera  che  invita gli occupanti  a  lasciare  l’immobile  è  un  atto  dovuto.  L’Amministrazione comunale è sempre stata ed è tuttora disponibile al dialogo. Ribadiamo però al  gruppo  di  collettivi  che occupa gli spazi del Cassero di porta Santo Stefano che il ripristino della legalità non è più rinviabile”.

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