Atlantide al Bologna Pride: “Saremo guerriere”
Contestazioni in vista per gli ospiti istituzionali del Bologna Pride. Cassero: “Noi solidali con Atlantide, il Pride non è nostro”

Bologna, 17 giu. – Contestazioni in vista per gli ospiti istituzionali del Bologna Pride. Il corteo Lgbtqi cade a due giorni dall’ultimo ultimatum dell’amministrazione ad Atlantide, il 30 giugno. Sempre più vicina, dopo vari fallimenti al dialogo, la possibilità di uno sgombero manu militari. Femministe, attivisti, punk che occupano da 15 anni Porta Santo Stefano non ci stanno a veder sfilare la manifestazione senza prendere parola mentre “la parte trans femminista queer del movimento viene violentemente criminalizzata”. L’appello è quello di esserci, ma a modo loro: visibili e combattive.
Il sindaco Virginio Merola è stato invitato, come ogni anno, sul palco di piazza del Nettuno alla conclusione del corteo. ”Una passerella di pinkwashing” la chiamano le attiviste di Atlantide, cioè un’operazione per pulirsi la coscienza con le tematiche Lgbtqi per coloro che “ogni giorno sgomberano, tagliano il welfare e criminalizza le lotte sociali”. E non è difficile immaginarsi che si potrebbero levare dei fischi.
“Ma il Pride dove va?” si chiedono ancora gli occupanti. “Il Pride non è nostro” risponde il presidente dell’Arcigay Vincenzo Corigliano che assicura: “Noi stiamo con Atlantide, l’amministrazione deve riconoscere il valore di quel percorso e di quel luogo storico” e afferma che qualora volessero gli attivisti di Atlantide potrebbero anche salire sul palco. L’invito al sindaco però è confermato.
Intanto tra le file del Cassero c’è anche chi, come Maurizio Cecconi, propone che il corteo passi da Porta Santo Stefano in solidarietà ad Atlantide. “Poco praticabile per problemi tecnici” risponde Corigliano, che però vedrebbe di buon occhio se il corteo continuasse fino a porta Santo Stefano dopo i discorsi sotto il Nettuno.
Il giorno del Pride Atlantide partirà in corteo da Porta Santo Stefano alle 14.30, per raggiungere poi il resto della manifestazione. Il grido di battaglia che chiude l’appello è nello stile consueto delle attiviste di Atlantide: “Non ci saranno arcobaleni a imbellettare gli zombie che governano l’Europa, il paese e la città”.
Alla conferenza stampa del Bologna Pride l’assessore Matteo Lepore non nega che lo sgombero sia in vista. “Non abbiamo mai detto che Atlantide non e’ una ricchezza”, ma “dove Atlantide svolge la propria attività è un altro discorso”. I collettivi “hanno partecipato ad un bando e l’hanno perso”, ricorda Lepore, sottolineando che “i cittadini sono uguali davanti alla legge”: anzi, “facciamo il Pride- continua l’assessore- proprio per dire che i cittadini sono tutti uguali”, dunque “sarebbe importante che fossimo tutti coerenti e consapevoli”. Lepore, però, poi aggiunge: “Non ci fa piacere sgomberare gli spazi che qualcuno ha occupato”, con Atlantide ”c’e’ un dialogo” e, con senso di responsabilita’ da parte di tutti, “c’è ancora tempo” prima che scada l’ultimatum inviato dal Comune per liberare gli spazi, ovvero il 30 giugno. “Ma questo non vuol dire che non faremo rispettare le regole”, mette in chiaro Lepore.