Bologna, 16 gen. – Mimmo Lucano, sindaco di Riace, farà tappa a Bologna il 22 e 23 febbraio. “Verrà non solo per parlare dell’esperienza del suo Comune, ma anche per ragionare insieme a noi, valorizzare e rilanciare le esperienze di accoglienza e integrazione”, ha detto Rossella Vigneri, presidentessa di Arci Bologna, a nome della Rete Bologna Accoglie, un’insieme di associazioni fra cui Refugees Welcome Italia, Percorsi di Pace, Arci Bologna, Anpi Bologna, Cgil, Cisl, Uil.
“Il decreto Salvini punta a smantellare il sistema di accoglienza diffusa nato in questi anni che ha avuto un modello importante anche a Bologna – continua Vigneri – La nostra intenzione è di rilanciare e farlo insieme a Mimmo Lucano”. La speranza è quella che sia anche l’occasione per riconoscere a Lucano la cittadinanza onoraria come richiesto dal Consiglio Comunale di Bologna lo scorso 3 dicembre.
Il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha formalizzato il ricorso alla Consulta contro il decreto Salvini la scorsa settimana, ma per Vigneri, non è abbastanza: “Si parla di ricorsi alla Corte Costituzionale, ma i tempi sono lunghi. Abbiamo l’esigenza di dare delle risposte immediate a dei richiedenti che già adesso subiscono gli effetti del decreto”.
Per questo Rete Bologna Accoglie ha proposto al sindaco Virginio Merola quattro misure che possono garantire immediatamente condizioni di vita dignitose ai migranti richiedenti asilo. La prima è che il sindaco stesso dia delle indicazioni ai propri uffici rispetto agli accessi ai servizi. Perché, secondo l’Associazione degli Studi Giuridici sull’Immigrazione (Asgi), non è necessaria la residenza per accedere a tutti i servizi, come quello sanitario nazionale, i corsi di formazione professionale o l’iscrizione ai centri di impiego. E’ necessario solo il domicilio. La seconda richiesta riguarda l’assistenza ai minori stranieri non accompagnati. La legge Zampa prevede un prosegue amministrativo per cui sarebbe possibile assistere i ragazzi e le ragazze non solo fino al compimento del diciottesimo anno d’età, ma fino al ventunesimo, il che permetterebbe di avere un periodo più lungo di integrazione, educazione e inserimento. La terza è la richiesta di un impegno per garantire i trasferimenti di residenza per i richiedenti asilo in tutta la città metropolitana. Infine, Rete Bologna Accoglie chiede al Comune di non permettere l’apertura di un centro per il rimpatrio (Cpr) nella città di Bologna.
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