22 feb. – Un ribasso d’asta del 15-25% e nuove regole che consentano di discutere con Sovrintendenza e Comune, prima dell’acquisto, cosa si potrà costruire. E’ questa la ricetta del direttore del Collegio costruttori di Bologna, Carmine Preziosi, per evitare che anche la prossima asta pubblica per le aree ex militari vada deserta. I prezzi di partenza per l’asta fissati dall’agenzia del demanio si basano su perizie vecchie di alcuni anni, “quando ancora il mercato era molto effervescente e i tempi di attesa per le vendite molto limitati” ha detto Preziosi. I costruttori apprezzano la scelta di vendere aree rimaste “bloccate”, dicono, per oltre cento anni ma ritengono che sia necessaria aggiornare i prezzi alle nuove condizioni di mercato. Ma non è solo un problema di prezzo secondo: Preziosi dice che “fare delle offerte al buio può comportare rischi troppo alti”, in particolare su “immobili complessi” come le caserme, che sono tutelate dalla sovrintendenza e disciplinate in maniera specifica. Per questo i costruttori chiedono di poter discutere prima dell’asta con Comune e Sovrintendanza delle destinazioni d’uso, delle volumetrie, di cosa, in sostanza, si possa realizzare.
Se questo non dovesse bastare, Preziosi avanza un’ipotesi per la caserma Sani, quella che si trova in zona Fiera: “Cercare uno sviluppatore piuttosto che un acquirente“, un privato che diventi socio del Demanio nell’edificazione dell’area. Ipotesi che richiederebbe un “cambiamento della legislazione vigente” e quindi viene giudicata dai costruttori comoe l’ultima spiaggia.
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