29 giu. – “Siamo al trionfo della scuola confessionale“. E’ durissimo il professor Piergiovanni Alleva nel commentare la decisione presa a maggioranza dal collegio dei Garanti di palazzo d’Accursio che ha dichiarato inammissibile il quesito referendario proposto dal Comitato Articolo 33.
Secondo Alleva, che insieme alla collega Giovanna Endrici si è opposto alla decisione mettendo nero su bianco all’interno del verbale le proprie posizioni, il quesito era pienamente ammissibile. Inoltre, secondo il docente di diritto del lavoro, i colleghi (Antonio Carullo, Girolamo Sciullo, Roberto Nania) avrebbero sostenuto che dalle leggi costituzionali, nazionali e regionali discenderebbe “un obbligo legale di sovvenzionare economicamente anche le scuole paritarie private“. E in presenza di un obbligo, ci sarebbe anche un diritto di tutte le scuole private di ricevere, e pretendere, sovvenzioni dai comuni. E questo, secondo Alleva, sarebbe paradossale, “per non dire surreale“.
Secondo Alleva, la questione “rimbalzerà molto in alto”: e cioè è probabile che i referendari ricorrano alla Corte Costituzionale per far rispettare un diritto. “Abbiamo deciso secondo diritto – ha detto Alleva – e ci si può anche sbagliare. E per me oggi ci siamo sbagliati“.
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