Bologna, 15 mar. – “Nel carcere Dozza di Bologna vi è una mamma con 2 bambini di 18 e 5 mesi, entrata il 3 marzo scorso in custodia cautelare. Il bambino più grande manifestava i tipici segnali derivati dal permanere in un luogo assolutamente incompatibile con l’infanzia: forte stato di agitazione, pianto, angoscia e ribellione, pugni picchiati contro la porta della sala colloqui quando veniva chiusa. Fenomeni evidenti derivati dal contesto, nonostante il meritevole sforzo ed impegno per minimizzare il trauma dei piccoli da parte delle agenti e la solidarietà ed aiuto delle altre detenute”. A scriverlo è il Garante per i Diritti delle persone private della Libertà personale del Comune di Bologna, Elisabetta Laganà.
“È indifferibile – continua Laganà – una urgente soluzione per chiudere definitivamente la questione della presenza dei bambini in carcere”. Il garante boccia anche il progetto che prevede la ristrutturazione di una parte della sezione femminile della Dozza per adibirla a nido, “soluzione sulla quale non posso che esprimere il più netto dissenso”. Meglio sarebbe, conclude la Garante, puntare su strutture simile alle case famiglia protette.
La donna venerdì sarà di fronte al Tribunale del riesame. Se otterrà i domiciliari, come richiesto dal suo avvocato Roberto Filocamo, potrà trasferirsi dal carcere al campo sinto dove vive. Nel provvedimento del giudice sono spiegati i motivi che hanno portato alla custodia cautelare: si parla di esigenze eccezionali dovute ai numerosi precedenti penali. Si tratta di due piccoli furti.
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