Bologna, 27 feb. – In sei anni di controlli mirati nel settore immobiliare, la Guardia di Finanza di Bologna ha trovato irregolarità nel 44,8% dei casi. Dal 2007 al 2013 sono stati esaminati 835 casi, di cui 472 interessavano studenti fuorisede dell’Università di Bologna. La base imponibile sottratta al fisco contestata dai finanzieri ammonta a 15,5 milioni (5 milioni per le sole locazioni a studenti fuorisede), per un totale di 170 mila euro di imposta di registro evasa (120 mila nelle locazioni agli studenti). Il caso più eclatante rimane quello di un gruppo familiare con 117 immobili che affittava a Bologna e provincia (non solo a studenti) sottraendo alla tassazione 3,2 milioni di base imponibile ed evandendo 17 mila euro di imposta di registro (e ora è sotto indagine per reati tributari).
Per rilanciare la lotta all’evasione, la GdF di Bologna parte col progetto “Affitti in nero… convenienza 0.2″, in collaborazione con il Comune, l’Agenzia delle Entrate, l’Università e l’Er.go. Lo strumento messo a disposizione dei finanzieri è una mail (helpaffitti.bologna@gdf.it) a cui chiedere informazioni o denunciare irregolarità, oltre a un vademecum sugli affitti dedicato agli studenti che sarà pubblicato sui siti dei soggetti istituzionali coinvolti nel piano.
Fra i modi di mascherare un contratto irregolare, oltre al comodato d’uso gratuito, i finanzieri hanno trovato negli ultimi anni sempre più usato il mutuo anticretico, in cui si finge che l’inquilino faccia un prestito al proprietario dell’appartamento, come spiega il tenente colonnello della GdF di Bologna Massimo Mazzoni.
Con l’introduzione della cedolare secca, che permette di scorporare il reddito da locazione, al proprietario conviene non fare contratti irregolari, sottolinea la GdF. Si può arrivare fino a 1.500 euro di risparmio sulle tasse, per una locazione annua di 8.400 euro su un reddito complessivo di 56mila euro, grazie all’applicazione di un’aliquota irpef inferiore. Se chi paga l’affitto è uno studente fuorisede, inoltre, si applica una detrazione fiscale di 500 euro, portando il risparmio a oltre 2mila euro per il proprietario.
L’omessa registrazione di contratto può costare al proprietario dal 120 al 140% dell’imposta dovuta, mentre il canone non dichiarato o dichiarato in parte può portare a una sanzione dal 240 al 480% di quanto dovuto.
Con l’introduzione del contratto obbligatorio, l’inquilino che denuncia il contratto non registrato può trovarsi a pagare fino al 78,5% in meno, spiega il generale Virgilio Pomponi.
Per tutelare anche gli universitari stranieri, l’Alma mater ha attivato una procedura accelerata per il rilascio del codice fiscale, annuncia il prorettore Roberto Nicoletti.
Intanto a Bologna il Comune sta controllando 66 soggetti intestatari di più di 10 immobili oltre alla propria casa, rintracciati incrociando varie banche dati, spiega l’assessore alla Sicurezza Nadia Monti.
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