Adattamenti. Incertezza climatica e acque reflue, lo stato del cibo e delle specie animali

Le conseguenze dei cambiamenti climatici sulle precipitazioni: ne abbiamo parlato con Navarra (presidente CMCC) e Toscano (Unibo); lo stato del cibo nel mondo con Segrè (Unibo); ritorna la rubrica ‘A nessuno piace caldo’ di Valeria Barbi

Adattamenti. Incertezza climatica e acque reflue, lo stato del cibo e delle specie animali

Foto pubblicata su Facebook da Canali di Bologna

Antonio Navarra, presidente del Centro euro mediterraneo sui cambiamenti climatici, allerta: “Le incertezze climatiche indicano che la dimensione del problema è serio e che la risorsa idrica può andare sotto pressione”, per questo sono necessari “investimento e pianificazione”. In agricoltura, ad esempio, si stanno già individuando soluzioni per rispondere alla scarsità idrica di certi periodi dell’anno, intervallata – soprattutto in autunno – da intense precipitazioni: “Poter riutilizzare le acque reflue a scopo irriguo significherebbe riutilizzare una risorsa idrica indipendentemente dai cambiamenti climatici”, spiega Attilio Toscano, 

A seguire, la rubrica Pensatech a cura di Damiana Aguiari dedicata a Fndrea Segrè, ordinario di Politica agraria internazionale e comparata dell’Unibo e promotore della campagna Spreco Zero, introduce invece il rapporto SOFA 2019 (State of Food and Agriculture) della FAO che verrà presentato in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione, mercoledì 16 ottobre: “Il cibo nel mondo non sta bene, i denutriti sono più di 800 milioni, è evidente che ridurre a zero la fame entro il 2030 diventa difficile”, illustra. Inoltre, non è più vero che solo “il Sud del mondo” soffre la fame, perché “i quadranti si sono invertiti, la fame è un problema globale che si declina ovunque”, mentre dall’altra parte ci sono 1 miliardo e 600 mila persone nel mondo che soffrono di obesità. Complessivamente, quindi, il problema sta nella “malnutrizione di fondo”, in difetto o eccesso.