Adattamenti. I 150 anni della Tavola periodica (seconda parte) e i baobab

C’è un legame tra chimica, tecnologia e migrazioni? Nicola Armaroli ci ha spiegato di sì e di come la Tavola di Mendeleev sia un grande ipertesto per conoscere e capire il mondo. Valeria Barbi ci ha invece parlato dell’albero che ha fatto invidia agli dei e che noi stiamo condannando

Adattamenti. I 150 anni della Tavola periodica (seconda parte) e i baobab

Esiste un legame tra la chimica, le nuove tecnologie e le migrazioni? Per Nicola Armaroli, direttore di ricerca dell’Isof-Cnr di Bologna e direttore di Sapere, sì ed è anche molto chiaro. Armaroli fa parte del board della Società europea di chimica che ha promosso la Tavola periodica della disponibilità relativa per celebrare i 150 anni della tavola ideata da Dmitrij Mendeleev, e ragionando dell’interdipendenza che lega tutti i paesi del mondo in tema di materie prime ha commentato così: “Se siamo aperti a ricevere da certi paesi, e in particolare dall’Africa, un sacco di materie prime cruciali per il nostro benessere dovremmo essere anche un po’ più leali e sportivi quando si tratta di discutere la migrazione delle persone che sembra sia un argomento a sé stante ma non lo è“. La Tavola periodica, come abbiamo detto nella scorsa puntata di AdattaMenti, è un alfabeto per descrivere la Terra, ma è anche un ipertesto: ci parla sì di chimica, ma anche di economia, di geopolitica e di diritti umani.

Nell’ultima parte della trasmissione Valeria Barbi, nella sua rubrica “A nessuno piace caldo“, ci ha parlato dei baobab, un’altra delle specie a rischio estinzione a causa del surriscaldamento globale.