Per generazioni di studenti è stata un incubo: troppi simboli, numeri e proprietà da imparare. Per i chimici, invece, è un alfabeto con cui si può descrivere la Terra. La Tavola periodica degli elementi, composta per la prima volta nel 1869 dal chimico russo Dmitrij Mendeleev, spegne quest’anno le 150 candeline e la Società europea di chimica ha deciso di celebrare la ricorrenza realizzando la Tavola periodica della disponibilità relativa. Ad un primo sguardo sembra una rielaborazione cubista della nota tavola mendeleviana: diversamente dall’originale, ogni casella ha dimensioni differenti a seconda di quanto sia presente quell’elemento sul pianeta; inoltre, ad ogni elemento è associato un colore in una scala che va dal verde al rosso a seconda della disponibilità in rapporto all’utilizzo (“verde” pienamente disponibile, “giallo” disponibilità limitata, “arancione” a rischio a causa del crescente utilizzo, “rosso” a serio rischio disponibilità nei prossimi 100 anni).
Nicola Armaroli, direttore di ricerca dell’Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività del CNR di Bologna, fa parte del board della Società europea di chimica e sta girando l’Italia per presentare ai docenti delle scuole l’edizione italiana della Tavola periodica della disponibilità relativa curata da Zanichelli. In questa prima parte dell’intervista abbiamo parlato dell’elio, e di quanto sia volatile, e di quanti elementi chimici siano presenti nelle batterie dei telefoni.
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