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Adattamenti. Enigmi energetici e la “sconfitta” della Legge di Bilancio per la cooperazione


20 dic. – Questa transizione non s’ha da fare, eppure abbiamo tutti gli strumenti per farla. “È un problema politico”, commenta Nicola Armaroli, dirigente dell’Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività del Cnr di Bologna, dove ieri si è tenuta la tradizionale Christmas Lecture in occasione delle festività natalizie. “L’abbiamo visto anche adesso alla Cop25 di Madrid, non c’è la volontà politica”. Non solo: gli italiani continuano a sovra-dimensionare il fenomeno migratorio (sondaggio Ipsos), con una distorsione del 31% in più rispetto al dato reale del 9%, dimenticando che quelle persone provengono dagli stessi Paesi che detengono “le risorse di cui abbiamo bisogno”. Un esempio è “il Marocco, che non ha una grande importanza geopolitica, ma sfamerà il mondo con il suo fosforo, perché dai fosfati si fanno i fertilizzanti. Come la Bolivia per il Litio. Pensiamo di ‘importare’ solo persone, ma importiamo anche cibo”. Anche in questo caso Armaroli ripone le speranze nei più giovani, se sapranno risolvere “l’enigma energetico”, la storia si ricorderà di loro.

Chi ne risente per prima è la cooperazione italiana, soprattutto sul fronte degli investimenti. Aoi, l’associazione delle Organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale, punta il dito contro la Legge di Bilancio 2020-2022, il maxiemendamento approvato al Senato e che il 22 dicembre passerà alla Camera. Consapevoli dell’impegno dello 0,70% del Pil da raggiungere entro il 2030, Aoi e altre rappresentanze delle ong italiane si erano impegnate affinché il Ddl contenesse maggiori risorse per rilanciare la cooperazione: “Avevamo chiesto – spiega la portavoce Silvia Stilli – che quei fondi residui (450-550 milioni di euro) risparmiati sull’accoglienza, fossero passati dal Ministero degli Interni agli Affari Esteri per la lotta alla povertà e lo sviluppo comunitario, che il Fondo Africa fosse riportato da 30 a 50 milioni”; inoltre, che fosse completata la piena operatività dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione. Tutte le proposte sono state bocciate. “Una sconfitta enorme”, commenta Stilli, che va ad aggravare la penuria di risorse, già ridotte da 5,19 a 4,15 miliardi tra il 2017 e il 2018.

Roberta Cristofori

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