Foto pubblicata su Ecolojoy
21 nov. – Se è vero che in Italia gli alberi non mancano, è altrettanto vero che non è sempre facile trovarli in contesti urbani. A descrivere il panorama è il magistrato Massimiliano Atelli, presidente del Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, istituito nel 2013 con l’apposita legge “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”. In Italia manca infatti un adeguato coordinamento nazionale: gli Stati generali del verde pubblico, V edizione in programma dal 20 al 22 novembre, è una delle occasioni di confronto sulle politiche e le strategie da mettere in campo in questa direzione. Atelli spiega, ad esempio, che ad oggi i canali di finanziamento ad oggi sono tre: “Le risorse di cui gli enti locali dispongono, che stanziano a bilancio; i 30 milioni di euro per progetti di riforestazione urbana previsti dal Decreto clima, in corso di conversione al Senato; i privati”. Ma la sola ricerca richiede tempo ed energie di cui spesso non dispongono né i partner pubblici né quelli privati, e quindi offerta e richiesta finiscono per non incontrarsi. Parallelamente iniziano oggi a Milano anche i lavori del secondo World Forum of Urban Forests, nel quale verrà affrontata “la questione dell’aumento delle foreste in città e delle buone pratiche nelle altre parti del mondo”.
A Bologna Riusa invece saranno protagoniste tutte quelle “cooperative che si occupano di servizi ambientali ed economia circolare”, come Recooper, curatrice dell’evento. Il project manager Davide Gaglioti spiega che il “progetto di Recooper è partito dagli abiti usati, con il servizio di raccolta sul territorio”, con l’obiettivo di creare “una seconda possibilità per gli indumenti che vengono buttati” nelle campane stradali di raccolta. Ma non solo, “anche gli arredi, i toner, i Raee” si possono conferire nei punti di raccolta distribuiti in diversi Comuni dell’Emilia-Romagna, e da poco anche i “tappi di sughero, che vengono triturati e la cui granella viene rimpastata per la bioedilizia” da aziende esterne.
Quando si parla di ambiente e atmosfera, non si fa riferimento solo al verde. “L’atmosfera è anche psicologica – spiega Anna Carla Scesi, biologa e counselor – e spesso può essere contaminata da fattori negativi, aggressività, violenza, paura, che hanno un impatto sul nostro corpo”. Il progetto Ecolojoy, di cui Scesi fa parte, parte proprio dalla domanda “come migliorare il proprio ambiente psicologico?” per dar vita a un gioco basato sulla fiducia. E il gioco è un libro, Trust this book (Nuova S1 – Collana Il Girovago).
Roberta Cristofori
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