Acer Bologna. Viaggio tra buche nei cortili e case vuote

Come si vive nelle case popolari Acer di Bologna? Chi ci racconta dello spaccio, chi della manutenzione che non c’è. E poi c’è chi è soddisfatto

Radio Città del Capo - Acer Bologna. Viaggio tra buche nei cortili e case vuote

Bologna, 6 ago. – Come si vive nelle case popolari di Bologna? In che stato sono gli immobili? Il patrimonio di Acer, l’azienda che gestisce gli alloggi di edilizia residenziale pubblica (erp) a Bologna, è considerevole anche se insufficiente, viste le liste d’attesa. Comunque si parla di oltre 12mila appartamenti. Abbiamo fatto una passeggiata in due strade di San Donato a forte concentrazioni Acer, via Beroaldo e via Ungarelli, a due passi dalla sede del Quartiere e a pochi metri dall’ufficio della Posta e dall’Ausl.

Acer Bologna. In via Zampieri dove sorge un intero palazzo vuoto

Le persone che abbiamo incontrato ci hanno segnalato sia i problemi sia gli aspetti positivi della gestione Acer. “Interviene in fretta quando ci sono dei guasti o delle rotture”. A detta di molti ad essere carente è la manutenzione degli spazi comuni e dei cortili. E la foto qui sotto lo dimostrano. Molti palazzi Acer della zona sono stati ristrutturati da poco e migliorati dal punto di vista del consumo energetico. Altri sono in via di costruzione, ma in tanti ci hanno detto che sono saltuariamente occupati da senza casa e tossicodipendenti. “Squarciano le reti e entrano. Il problema è che i lavori sono fermi da tempo e così le case non vengono assegnate come dovrebbe succedere”. Infine, e non poteva che essere altrimenti, ci sono gli immancabili problemi di convivenza tra condomini.

“Se paghi sempre e non dici niente allora si sta da Dio. Una volta ho trovato degli escrementi umani sul pianerottolo”, dice una signora che nel suo appartamento Acer ci vive da 50 anni. “Quando sono entrata – ricorda – abbiamo dovuto rifare tutto, non c’era né il bidè né la vasca, ma almeno non abbiamo tribolato a entrare. Avevamo davvero bisogno e abbiamo avuto l’assegnazione subito, appena si è liberato un appartamento”.

Dennis, pensionato, vive da 16 anni con la moglie in un appartamento di 47 metri quadri in via Beroaldo. “Fuori la casa l’hanno sistemata – dice indicando il bel giallo del suo palazzo, da poco ristrutturato – dentro però la situazione è quella che è”. Che problemi ci sono? “C’è chi sporca con i sacchetti del rusco”, dice Dennis, che ce l’ha con “gli extracomunitari”. “Ma sono comunque contento, da un’altra parte pagherei di più”. “Sono stati in affitto qui in via Beroaldo per 10 anni, poi 15 anni fa ho comprato il mio appartamento per 40 milioni di lire”, racconta Alfredo. “Cosa non funziona qui? La manutenzione che non si fa. Mia suocera anni fa è caduta e si è rotta anche il femore”.

C’è anche chi è contento. Adam, originario del centro africa, ha comprato da tre anni un appartamento da 55 metri quadrati in uno dei palazzi misti Acer-privati della via. “Da pochissimo sui muri esterni è stato aggiunto un cappotto termico. Speriamo si consumi meno come ci hanno detto. Quando negli anni scorsi ha fatto freddo abbiamo speso tra gas e luce 400 euro ogni due mesi”. Domenico, 50 anni, concorda con Adam. “Quattro anni fa nel mio palazzo hanno cambiato le finestre interne ed esterne. Un bel vantaggio per il riscaldamento, e anche negli spazi comuni non stiamo male. Ci sono anche le panchine”.
Valeria invece ha molto da dire, a cominciare da un inquilino del suo palazzo. “Si ubriaca, molesta la gente, spacca i mobili e ha distrutto il portone delle scale. si vive col terrore di incontrarlo. Abbiamo fatto denunce e raccolto firme. Non si può fare nulla”. Altri problemi? “Non c’è una gestione del condominio un regolamento sul rumore. Sembra di vivere in campagna con tanti animali vicino. Per le pulizie ci sarebbero i turni tra condomini, ma non puliva nessuno, così ho smesso pure io”. Valeria si è offerta di farci da guida all’interno del palazzo in cui vive, “fuori è nuovo, dentro le cose sono diverse”. Ci mostra l’armadio con i contatori Enel – “ogni tanto controllo il mio perché c’è chi si allaccia abusivamente” – e le cantine, piene di materiale ferroso vario e vecchie biciclette anche nei corridoi comuni. “Qui c’è un inquilino che raccoglie il ferro in città e poi lo rivende. La cantina la usa come magazzino”.

“Nel mio condominio – continua Valeria – c’è un signore che ha ottenuto un appartamento ma che non ci abita. Il suo appartamento è vuoto, lui vive da un’altra parte con la sua signora. Qualche volta utilizza l’appartamento per ospitare dei parenti. Solo allora, in estate e a Natale, c’è un po’ di movimento”.

Daniela la incontriamo all’interno di un palazzo Acer in via Ungarelli mentre pulisce le scale. “Lo faccio in tre palazzi per chi mi paga”. Ci racconta dei palazzi in costruzione tra via Ungarelli e Beroaldo. “I lavori sono fermi e c’è chi ci entra, senza casa e tossicodipendenti. Il nostro è un quartiere abitato da molti anziani, e c’è chi ha paura”. Anche lei è a conoscenza di appartamenti assegnati e vuoti. “E poi c’è un edificio con 7-8 appartamenti vuoti da 15 anni perché non vengono messi a norma, dietro via Irma Bandiera”. Daniela vive con due figli in un appartamento di 47 metri quadrati e ha fatto richiesta di un alloggio più grande. “Prima di me ci sono 690 persone”. Questo autunno, racconta Daniela, “una signorina mi ha bussato alla finestra, visto che abito al primo piano. Aveva sbagliato caseggiato, perché in quello vicino al mio spacciano. Mi diceva: ‘Dammi quella roba, dammi un po’ di quella roba‘. Ti viene rabbia, abbiamo i vigili vicino e non fanno niente”.