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“A Skeggia”, l’occupazione degli Ultras aperta alla città

Bologna, 30 gen. – “Vogliamo mostrare alla città che i criminali non siamo noi“. Joe ha 45 anni, è un operaio metalmeccanico, ma soprattutto è un ultra, un Forever Ultras. Lo storico gruppo della curva Bulgarelli dello stadio Dall’Ara ha finalmente, dopo oltre 40 anni di storia, trovato una sede, occupandola. Si tratta di una ex officina di proprietà comunale, proprio di fronte allo stadio, al numero 169 di via Andrea Costa, dietro alla Bocciofila, storico ritrovo degli ultrà bolognesi, chiuso da oltre due anni.

In questo luogo, a pochi metri dal canale di Reno che scorre accanto alla Certosa, il 10 gennaio scorso è stato inaugurato “A Skeggia“. “Skeggia era un mio carissimo amico- ricorda Joe- e all’inizio degli anni Duemila avevamo incominciato a costruire dei sogni, e tra questi c’era anche quello di avere una sede, un punto dal quale diramare la nostra cultura”. Uno stile di vita, una mentalità, quella ultras, fatta di contatto diretto, di strada, ma anche di amicizia e solidarietà, di contrapposizione, a volte anche fisica, di lealtà.

L’assessore allo sport Rizzo Nervo offre un patto agli Ultras per la gestione di A Skeggia

Per trasformare la vecchia officina nella sede accogliente di un gruppo ultrà c’è voluto parecchio olio di gomito. Come racconta Joe, era da tempo che i Forever cercavano una sede. Prima si erano interessati alla bocciofila, ma la cosa non è andata. Poi hanno notato lo spazio sul fianco. Sembrava in buono stato. “Lo abbiamo visionato nel nostro modo” racconta Joe che descrive un’occupazione: sono entrati da una finestra, hanno visto che i locali erano ben messi, il tetto a posto, i vetri in ordine, il bagno e gli impianti funzionanti. “Poteva essere la nostra casa” dice Joe. Hanno messo un lucchetto alla porta e sono usciti con l’obiettivo di tornare per arredarla.

Tornati qualche giorno dopo per iniziare i lavori, i ragazzi dei Forever hanno trovato uno ‘scherzetto‘: nottetempo ignoti erano entrati nello stabile e lo avevano demolito, strappando gli impianti e distruggendo a martellate i sanitari. “Ci siamo rimboccati le maniche e con i nostri mezzi lo abbiamo messo a posto” racconta Joe. Nei progetti del gruppo c’è di aprire ogni giorno, dalle 18 alle 24. Il mercoledì è prevista musica dal vivo: “Mercoledì scorso hanno suonato i Fritto Mistico, ragazzi che studiano al Dams e con cui abbiamo fatto balotta fino a tardi” racconta Joe.

All’esterno non rimane nulla che ricordi la vecchia officina: un grande murale indica chi c’è dentro allo stabile: Forever Ultras è scritto in rosso e blu sul muro bianco. Sulla porta l’intitolazione “A Skeggia” mentre accanto alla soglia, sul cemento, sono incisi i simboli del gruppo: i martelli incrociati e il 1974 anno di fondazione del gruppo. Dentro, le pareti bianche di fresco sono tappezzate di foto e bandiere e di tutte le fanzine che il gruppo, dai primi anni 2000 in avanti, ha fatto uscire ad ogni partita dei rossoblu. Oltre al bancone, tre tavolini e un bersaglio per le freccette. In fondo, dalla parte opposta rispetto all’entrata, un ambiente raccolto arredato con divanetti e un impianto stereo. Ovunque a farla da padrone sono il rosso e il blu.

Nei progetti di Joe e degli altri ragazzi i lavori sono appena iniziati. Oltre allo spazio appena inaugurato, della struttura fa parte anche un ambiente più grande nel quale i Forever vorrebbero trasferire, in accordo con la Uisp, l’archivio del tifo. Non contenti, gli Ultras stanno pensando ad una piccola palestra popolare, che a giorni alterni ospiti lezioni di boxe e momenti di gioco per i bambini. Il sogno degli ultras è restituire quello spazio alla socialità del quartiere. “Vorremmo vedere i vecchietti del quartiere tornare a giocare a carte come facevano un tempo al bar- dice Joe-. Ora stanno chiusi dentro la Coop”.

“Quello che raccogliamo con le birre lo investiamo per la ristrutturazione” spiega Joe che ci tiene a sottolineare: “Qui nessuno ci specula”. Per questo i Forever hanno preso contatto con Palazzo d’Accursio per arrivare ad una convenzione: “Noi ci impegniamo a curare lo spazio, e controllare l’area e a pagare le bollette”.

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