photo credit: P_Linehan via photopin cc
Bologna, 2 gen. – Se ne parla quando si parla di guerra oppure quando qualcuno ne perde il controllo e, magari, arriva fino al giardino della Casa Bianca. La diffusione dei droni sembra ormai inarrestabile. Ma a cosa servono? C’è chi li usa per fare riprese video il luoghi inaccessibili o pericolosi come all’interno degli edifici colpiti dal terremoto del 2012 in Emilia. Oppure a Pripyat, Chernobyl, per vedere gli effetti del disastro nucleare del 1986 (vedi il video in basso).
O, ancora, sui viadotti dell’autostrada per monitorare il loro stato in giorni di maltempo, come fanno gli operatori di Aibotix che abbiamo avuto come ospiti a Pensatech. L’ing. Alberto De Vitis, il primo pilota SAPR in italia autorizzato per attività critiche, ci ha spiegato come funzionani questi lavori e chi è autorizzati a farlo. Per far volare i droni, infatti, bisogna conoscere le regole dell’aria e avere un patentino certificato dall’Enac.
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Postcards from Pripyat, Chernobyl from Danny Cooke on Vimeo.
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