Bologna, 23 gen. – “Certo che c’è Di Maio, e devono arrivare anche dei pullman bloccati nel traffico”. Sono le 18.35, il comizio del Movimento 5 Stelle è già iniziato da qualche minuto in Piazza Galvani e un militante grillino tenta di convincere i cronisti che la gente verrà, bisogna solo essere pazienti. Non andrà così, il Movimento di Beppe Grillo e dell’ex capo politico Luigi Di Maio in una piazza gelida non riesce a radunare più di 300 persone, forse meno tolti i parlamentari precettati per il comizio, i tanti candidati alle regionali di domenica e i giornalisti.
Sul palco toni a volte anche grintosi, ma i 5 Stelle nel freddo bolognese sembrano un motore che gira a vuoto. Tant’è che è lo stesso Di Maio a dire chiaramente che, questa volta, il Movimento non correrà per vincere. “Non ci si può presentare o correre solo se si vince, si portano avanti gli ideali e gli obiettivi e chi entra deve lavorare il più possibile per migliorare le condizioni del territorio e dei cittadini”. E ancora: “C’e’ tanto bisogno di opposizione in questo Paese“. Eccolo lo stato di salute del Movimento emiliano-romagnolo a poche ore dal decisivo voto del 26 gennaio. Una forza politica che fino a un anno e mezzo fa puntava a governare la Regione e che invece questa volta, col voto di domenica, spera di piazzare in Consiglio regionale almeno un eletto, meglio due. Comunque saranno “sentinelle utili“, lo stesso slogan del candidato presidente Simone Benini.
Ad un certo punto dal palco tocca ad Alessio Villarosa provare a dare la scossa: “Su un po’ di carica”, dice sorridendo. Ancora applausi sparsi. “La cosa importante è che siamo nel giusto“, prova ad aggiungere. Tra i candidati alle regionali, Giacomo Palumbo attacca “i tanti giornalisti servi del potere”. Poi, quando è il momento di raccontare i programmi, Benini punta sulla necessità di non indietreggiare sulle norme per contrastare il gioco d’azzardo, sul “macello” dei trasporti pubblici e i rifiuti: “Spero si possa ragionare fra cinque anni di spegnere tutti gli inceneritori possibili“. L’appello finale del candidato presidente: “Andiamo tutti a votare il 26 e facciamole partire queste cose”.
Finale con “We are the champions” dei Queen, e Di Maio che abbraccia Benini, che è andato “contro tutto e tutti”. E infatti Benini cita un romagnolo come lui, Pantani. “Come quando il Diablo Chiappucci disse al suo gregario ‘vai e scatta’. La corsa era in salita come lo è per noi oggi” Ma quando i militanti guardano il cellulare a tanti spunta sullo schermo lo status di Andrea Bertani, capogruppo in Consiglio regionale del Movimento e non ricandidato. “Abbiamo due proiettili da sparare politicamente”, spiega Bertani. Quello per il presidente, è il consiglio del grillino, meglio usarlo per votare Stefano Bonaccini.
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