Bologna, 18 ott. – Crescono le morti dovute allo smog nella città metropolitana di Bologna. A dirlo è la Valutazione di impatto sanitario della qualità di Bologna redatta dall’Ausl nel settembre scorso. Il documento mette in relazione le cause di decesso con le concentrazioni medie di inquinanti (polveri sottili e gas) registrate dalle centraline Arpa. Da questa indagine emerge che nel 2017 sono 82 le morti attribuibili all’esposizione a concentrazioni di PM10 superiori a 20 µg/mq; nel 2016 erano state 57. Discorso analogo riguarda le polveri sottilissime, le PM2,5: nel 2016 i decessi attribuibili sono stati 109, nel 2017 ben 146. Tendenza analoga si registra per l’ozono. Sostanzialmente identica l’incidenza del Biossido di azoto.
La causa dell’aumento dei decessi sta nell’aumento dello smog nel 2017 rispetto al 2016 come si nota chiaramente dai due grafici che seguono.
“Osservando la serie storica dal 2000 in avanti si vede che la qualità dell’aria è migliorata e di conseguenza gli effetti sulla salute” spiega Paolo Pandolfi, direttore del Dipartimento Sanità pubblica di Ausl. Nel 2000 erano circa 300 i morti per PM10 in provincia di Bologna, a fronte degli attuali 82. Ciononostante, dal 2014 si registra una inversione di tendenza: le concentrazioni di inquinanti in atmosfera hanno ripreso a salire e con esse le morti.
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