Bologna, 27 apr. – C’è tempo fino al 5 maggio per andare al Cassero di Bologna e visitare “Adelmo e gli altri”, la mostra dedicata agli omossessuali che vennero mandati al confino durante il fascismo. Adelmo perché è il più giovane di tutti, fermato all’epoca per “misure di moralità” come racconta Sara Di Giovanni, responsabile del Centro di documentazione del Cassero, ai microfoni di Piper, ma nel titolo ci sarebbe potuto finire qualsiasi altra persona tra le 29 di cui si è tentato di ricostruire la storia attraverso le
Ed ecco allora la storia di Rocco il carammelaio che “fin da giovanetto si è dedicato alla pederastia” e che è finito, dopo vari arresti, al confino di Favignana per tre anni, oppure Vittorio, la guida turistica, che venne mandato a Rivello, o ancora Agusto il fattorino, due anni a Melfi e Catullo il senza fissa dimora, che dopo “aver accertato la sua attività pederastica, finì a Ustica.
“Il confino poteva essere dato fino ai 5 anni” continua Di Giovanni, nell’ottica di far sparire dalla vista gli omosessuali la cui condotta veniva considerata tra la malattia e il vizio.
da Cristoforo Magistro, insegnante di Storia in pensione e ricercatore per passione, attraverso gli archivi di Aliano, il paese del confino di Carlo Levi e quelli di Matera, ma “facciamo appello a chiunque faccia studi storici e si occupi di archivi a continuare questo lavoro di ricerca affinché altri racconti, spesso dimentati o ignorati, possano emergere.
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