Bologna, 30 gen. – Ha fatto il suo ingresso di prima mattina alla Corte di assise di Bologna Gilberto Giorgio Guido Cavallini, ex terrorista dei Nuclei armati rivoluzionari, per rispondere, in qualità di imputato, alle domande delle parti riguardo il suo coinvolgimento nella strage del 2 agosto 1980. Nato a Milano nel 1952, oggi Cavallini è in regime di semilibertà a Terni, accusato di numerosi reati, banda armata e omicidi, tra cui l’omicidio del sostituto procuratore Mario Amato che all’epoca – era il giugno dell’80 – stava conducendo alcune inchieste chiave sull’eversione nera. Anche per la Strage di Bologna fu processato e condannato in passato, con altre imputazioni, fino al rinvio a giudizio n
Entrando, l’ex terrorista ha evitato giornalisti e fotografi, si è seduto affianco ai suoi difensori, Gabriele Bordoni e Alessandro Pellegrini, e ha atteso il suo momento. Dopo aver preso posto di fronte alla Corte, ha subito chiesto di poter leggere una dichiarazione spontanea prima di rispondere alle domande del pm. Due pagine fitte di provocazioni: “La strage, a distanza di oltre 38 anni, per l’associazione Familiari non può che essere fascista. La richiesta del mio rinvio a giudizio risale a una richiesta dell’associazione Familiari delle Vittime avviata con la ‘scheda Cavallini’, che era una falsità, dove mi si incolpa dell’omicidio Mattarella e altre mistificazioni della realtà. L’associazione Familiari vuole giungere a una verità di comodo, per questo mi riservo di presentare denuncia contro gli estensori della ‘scheda Cavallini’”.
Seduto tra il pubblico, il presidente dell’associazione dei Familiari delle Vittime Paolo Bolognesi ha atteso la pausa per rispondere alle provocazioni: “Noi abbiamo ammesso nei nostri manifesti che la strage era fascista dopo il primo anno di giudizio”, precisa. “Sul fatto che sia possibile che mandi una denuncia per la nostra ‘scheda”: lo faccia. Risponderemo con i documenti che abbiamo in mano”.
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