
Shangai. Foto flickr René Rodríguez – CC BY-NC-ND 2.0
Bologna, 3 mar. – Si sono formati all’Università di Bologna, hanno fondato aziende high-tech poi “accelerate” in Silicon Valley e ora i soldi li vanno a prendere in Cina.
Sono i quattro imprenditori italiani, tutti emiliano romagnoli, selezionati per far parte di una delegazione internazionale che parteciperà dal 28 al 30 marzo ad un evento a Guangdong, in Cina, che ha l’obiettivo di far incontrare oltre 500 investitori cinesi con le migliori start up del mondo. L’anno scorso sono stati circa 150 i contratti di investimento firmati, per un valore complessivo superiore ai 6 miliardi di dollari.
“La Cina sta cambiando – ha detto Bruno Iafelice di Tvlp, l’istituto californiano che ha accelerato le quattro start up – da grande produttore a generatore di tecnologia e recentemente anche a grande investitore”. Ma ascoltiamo le sue parole.
I quattro startupper presenteranno i propri progetti, tutti nei settori dell’intelligenza artificiale, della realtà aumentata, dell’agri-tech e della diagnosi veloce in sanità, e andranno a caccia di investitori cinesi interessati a farli crescere Tra loro c’è Enrico Di Oto, Ceo di OaCP e inventore un reagente chimico in grado di ridurre a due ore i tempi delle diagnosi genetiche oncologiche, a fronte delle tempistiche odierne che vanno in media tra i tre e i dieci giorni. Sentiamo la sua voce.
Nel campo delle nuove tecnologie GlassUp ha lanciato invece il primo modello di occhiale intelligente a realtà aumentata che permette di vedere e leggere informazioni sulle lenti. Diversi gli ambiti di applicazione, anche nell’ambito della disabilità, in particolare uditiva, come ci spiega Francesco Giartosio, Ceo di GlassUp