Tornano nelle sale Antonio Rezza e Flavia Mastrella, fuoriclasse del teatro italiano questa volta alle prese con un documentario che porta lo spettatore in via Padova, a Milano, strada di cui spesso si parla per la difficile convivenza tra i residenti provenienti da varie parti del mondo.
“Via Padova è una via dove l’intolleranza è meno forte di quello che sembra. L’intolleranza è un sistema di pensiero foraggiato dalle istituzioni.” racconta Antonio Rezza ai microfoni di Piper, ” perché alle istituzioni fa comodo che ci sia sfiducia tra le persone”.
Lo stile è quello a cui Rezza ci ha abituato negli anni, grazie anche a programmi televisivi come Tropolitani, andato in onda tra il ’99 e il 2000: “rifiuto dello strumento erettile del microfono classico” in favore di un flusso di pensieri tra intervistato e intervistatore con la conseguenza di molti momenti altamente surreali e grotteschi.
“In fase di montaggio”, continua Rezza, “abbiamo chiaramente privilegiato le reazioni più cattive perché la cattiveria crea ritmo mentre la bontà non serve a niente; nell’arte la rappresentazione della bontà è una grande menzogna.”
Questo non è un film sociale dunque, né tanto meno offre delle risposte: “Noi non risolviamo quesiti, noi creiamo problemi”.
In conclusione anche una battuta sui talent show: “Entrare nei talent e sparare. La protesta va consumata lì, nei luoghi sbagliati dell’estetica. Tutti lo sanno, ma non c’è un intellettuale che lo dica. Rifiutare i soldi che arrivano dalla parte sbagliate è un investimento economico perché mitizzi la tua immagine. Si può resistere ai soldi.”
Milano. Via Padova verrà proiettato lunedì 30 gennaio al Cinema Europa, grazie al Kinodromo.
Qui sotto l’intervista completa.