Gr Pravda, settimanale dottrinario da L’Apparato ai militanti

Il Gr Pravda è prodotto dalla commissione Agitazione e Propaganda per educare le masse ai corretti principi del Socialismo

Gr Pravda, settimanale dottrinario da L’Apparato ai militanti

La commissione Agitazione e Propaganda de L’Apparato ha deciso di utilizzare anche il mezzo radiofonico, dopo i borghesi Twitter e Facebook, per proseguire sulla strada dell’educazione delle masse ai corretti principi del Socialismo.

Per questo è nato Gr Pravda, il settimanale in onda ogni lunedì alle 8.15, a Bologna e provincia sui 94.7 e i 96.250 Fm e in streaming nel resto dell’Universo.

Di seguito i Podcast.

Il primo comunicato, radiotrasmesso il 27 gennaio 2014, in cui si ragiona sul dibattito sulla legge elettorale, sugli scandali amorosi di Hollande e sull’autocritica a cui è stato costretto il renscevico Stefano Bonaccini.

Il secondo comunicato, radiotrasmesso il 3 febbraio 2014, in cui si costringe all’autocritica i redattori di RCdC (accusati di “eccessivo spontaneismo e velleitarismo eterodosso” e “di deviazionismo e cripto-trozkismo“), si ragiona di Electrolux e di Davide Serra, di grillini e Bankitalia, di Sposetti e del rinvio dei congressi regionali del Pd.

Il terzo comunicato, radiotrasmesso il 10 febbraio 2014, in cui si ricordano i fasti informativi e il sano grigiore reverenziale di programmi televisivi come Tribuna politica contrapposti alla vacuità degli attuali talk show, si parla degli scontri tra Letta e Renzi, normali scontri interni alla borghesia italiana. Si ragiona, inoltre, di economia con la proposta di nazionalizzare Alitalia, e di arte con la deplorazione per l’enfasi che è stata dedicata alla mostra in corso a Bologna dal titolo “La ragazza con l’orecchino di perla”: sarebbe stato più opportuno riservare suddetta enfasi ad una mostra sul realismo socialista.

Il quarto comunicato, radiotrasmesso il 17 febbraio, in cui si accoglie positivamente l’avvicendamento Letta-Renzi, visto come la possibilità di mettere fine a quel “vuoto di cultura politica, denominato impropriamente Prima Repubblica”. Inoltre, L’Apparato si lascia andare ad un linguaggio movimentista, sempre al fine di descrivere l’attuale situazione politica: “Andreotti è vivo e lotta insieme a noi“.

Il sesto comunicato, radiotrasmesso il 3 marzo, in cui si ragiona della Lista Tsipras per le europee di maggio, di Martin Schulz e del suo grigiore, di Civati e della prefazione di Matteo Renzi alla nuova edizione di Destra e Sinistra di Bobbio.

Il settimo comunicato, radiotrasmesso il 17 marzo, in si ragiona del capitalismo straccione tipicamente italiano, si parla dei venti di guerra fredda che spirano sulla Crimea e si sconsiglia vivamente di non guardare il film di Walter Veltroni dedicato a Enrico Berlinguer. “Si poteva stare nel Pci anche se non si era comunisti” è la frase di Veltroni che più di ogni altra è degna di censura secondo i burocrati de L’Apparato.

L’ottavo comunicato, radiotrasmesso il 26 marzo (un leggero ritardo deciso al fine di aumentare l’attesa dei militanti), in cui si ragiona del ritorno della Crimea sotto l’ombrello dell’Unione Sovietica (“d’altra parte nessuno ha mai cantato ‘Voglio rifugiarmi sotto il patto di Lisbona, voglio un patto ventennale di stabilità’”), si fanno gli auguri al compagno Macaluso per i suoi 90 anni e si ricorda la prossima uscita del film deviazionista di Veltroni su Enrico Berlinguer. L’ex sindaco di Roma è un chiaro esempio di “comunista a sua insaputa“.

Il nono comunicato, radiotrasmesso il 7 aprile, in cui si ragiona del taglio delle Province, di quello del Senato, del ritorno di moda dello stalinismo, del gusto tutto italo-democratico per gli slogan obamiani e del rischio di vedere, in futuro, nei cinema un documentario a firma Matteo Renzi: “Quando c’era De Gasperi“.

Il decimo comunicato, radiotrasmesso il 14 aprile, in cui si ragiona delle lista del Pd per le europee e si mettono in guardia i militanti dai tentativi di emulazione del gruppo definito “gli eurocrati”, bollati da L’Apparato come “leninisti senza rivoluzione”.

L’undicesimo comunicato, radiotrasmesso il 28 aprile dopo la pausa pasquale, vista la scarsa rilevanza politica dell’attualità, si concentra su riflessioni sul passato, in particolare sul 25 aprile, sulla Costituente e sul Caso Montesi.