Balzani: “Errani non ha fermato la dissoluzione del modello emiliano”

Balzani, ex sindaco di Forlì, si candida alla primarie Pd per il dopo Errani e boccia l’ex governatore: “Ora può fare il presidente di Hera”.

Balzani: “Errani non ha fermato la dissoluzione del modello emiliano”

Bologna, 25 lug. – E’ duro il giudizio che Roberto Balzani, ex sindaco democratico di Forlì in corsa per guidare il centro sinistra alle regionali di novembre, dà dei 15 anni di governo di Vasco Errani: “Non è riuscito ad arrestare la dissoluzione del modello emiliano”. Un sistema fatto di “Pil in crescita, speda pubblica degli enti locali e coesione sociale”, ereditato già in crisi da Errani e che in questi ultimi 15 anni è scomparso, dissolto, finito.

Balzani, renziano dall’inizio, è sempre stato una spina nel fianco per Errani e i suoi. Fin da quando, primo cittadino di Forlì, criticò viale Aldo Moro sul tema rifiuti. “Dobbiamo puntare sul recupero di materia e riassestare la nostra economia su questo” ripete oggi. Balzani, professore universitario di storia contemporanea, ha scelto di alzare la mano, di farsi avanti nella corsa delle primarie che ancora non si sa se ci saranno. “In questo benedetto paese le idee da sole non bastano- dice- bisogna attaccare alle idee le facce altrimenti non vengono prese in considerazione”. Attenzione all’ambiente, stop al consumo di suolo, innovazione, un maggior rapporto con l’università e un ‘opera netta e radicale di sburocratizzazione: questa, per sommi capi, la ricetta di Balzani per Viale Aldo Moro.

“Distinguere le norme che servono a regolare da quelle che servono solamente a creare potere è un compito fondamentale che deve essere impostato da subito” dice Balzani. Un compito, però, che non possono fare tutti: “Lo può fare una classe dirigente che non ha dei vincoli di tipo clientelare o di relazione con il mondo precedente”. Vuole fare il candidato di rottura Balzani, anche se si dice pronto ad un passo indietro nel caso le sue richieste di cambiamento e discontinuità venissero fatte proprie da tutto il partito. “Bonaccini è una brava persona” dice l’ex sindaco di Forlì, che però avverte: la convergenza su un unico candidato (e l’archiviazione delle primarie) “non sia un embrasson-nous generale, dove siamo tutti rappresentati dopo di che non si capisce più assolutamente un cazzo di quello che pensa uno e pensa l’altro e alla fine c’è una spartizione della torta con qualche piccolo contentino dato all’uno e dato all’altro. Ecco, questo non mi interessa”.

Sul fronte dell’alleanza, Balzani pensa sia giusto parlare con tutte le forze della sinistra che vogliano puntare sul “cambiamento” ma è sfiduciato sul fatto che si possa costruire un’alleanza con l’ala sinistra: “Il loro elettorato è fluido e non si capisce dove andrà”. Rifondazione ha fatto capire, così come Sel, che non è interessata alle primarie di coalizione. “Una volta c’era il listino dove si potevano dare dei premi- risponde Balzani-. Ora non esiste più la remunerazione garantita”.

Merola, che sta stilando un documento “programmatico” con alcuni sindaci democratici di città della Regione, punta sul superamento del policentrismo e sul ruolo aggregante di Bologna città metropolitana come perno regionale. “La città metropolitana dev’essere un polo attrattivo” concorda Balzani, che però avverte: “La capacità attrattiva del capoluogo la fanno le classi dirigenti dei territori non la fa la natura istituzionale. Sono le idee che rendono un capoluogo soggetto, attore fondamentale”.

Balzani contesta lo strapotere delle multiutility: “In questa regione le scelte fondamentali su smaltimento rifiuti o sulle linee strategiche ambientali di fatto non le dà la politica, la danno le multiutility”.

Cosa vede Balzani nel futuro di Errani? “Potrebbe stare benissimo nei ruoli più vari- risponde il primarista- può fare il presidente della Lega delle cooperative, può avere incarichi di governo, può fare il presidente di Hera”.