Seribo. Genitori e lavoratori uniti contro Camst

Si tratterà fino all’ultimo sulla delibera di liquidazione di Seribo, e i tecnici del Comune si inseriscono nel dibattito rivendicando

Radio Città del Capo - Seribo. Genitori e lavoratori uniti contro Camst

Bologna, 2 mar. – Sciopero riuscito, oggi a Bologna, per i lavoratori di Seribo impiegati nella preparazione e distribuzione dei pasti nelle scuole della citta”. Alessio Festi, della segreteria Cgil, riferisce che hanno lavorato circa 15 scodellatrici su 200 e tre cuochi su 48: l”adesione allo sciopero, dunque, si aggira sul 93%. Forti di questi numeri, oggi i dipendenti Seribo hanno protestato a Palazzo D”Accursio interrompendo la seduta del Consiglio comunale. I lavori dell”aula sono ripresi dopo una decina di minuti, lasciando spazio ad un incontro (concordato con la mediazione della presidente del Consiglio, Simona Lembi) tra una delegazione sindacale e l’assessore alla Scuola, Marilena Pillati, affiancata da Valerio Montalto, responsabile delle relazioni sindacali di Palazzo D’Accursio (in seguito si è aggiunta anche la vicesindaco Silvia Giannini). Il faccia a faccia, però  non è servito a riavvicinare le posizioni: la mobilitazione dei sindacati resta in campo e non si escludono nuovi scioperi.

Vogliamo fare fronte comune con i lavoratori“, dicono i genitori dell’Osservatorio mense, che da tempo chiedono ai privati (e quindi soprattutto a Camst) di liquidare le proprio quote Seribo in cambio di un euro, “unico modo per manterenere l’attuale forma societaria mista pubblico-privato”. I genitori vedono anche la giornata di sciopero di oggi come “uno spartiacque nelle pratiche di lotta” per far mangiare meglio i bimbi a scuola perché, ragionano dall’Osservatorio, non si potrà più vietare alle famiglie di protestare mandando i figli a scuola con il pasto preparato a casa. Infatti, lo sciopero a Seribo di oggi, in cui comunque è stato assicurato un panino agli alunni e la possibilità di portarsi il pasto da casa per chi segue diete speciali, ha “archiviato definitivamente le questioni sanitarie correlate alle possibili contaminazioni del cibo portato da casa, utilizzata in più occasioni per ostacolare scelte legittime dei genitori. E d’ora in poi, quando una mobilitazione dei genitori sarà ufficialmente proclamata, sarà possibile il panino per tutti, senza se e senza ma”.

Tre sedute di commissione in otto giorni non bastano per trovare una quadratura del cerchio sulla delibera che porterà alla liquidazione di Seribo, come deciso dal Comune di Bologna, con affidamento a privati del servizio di refezione scolastica. In maggioranza, infatti, gli emendamenti inseriti dalla Giunta non convincono del tutto né Mirco Pieralisi (indipendente eletto tra le fila di Sel) né Francesco Errani (Pd). Dall’opposizione, poi, il civico Stefano Aldrovandi tira fuori dal cilindro un nuovo pacchetto di modifiche, finalizzate a prevedere forti penali a carico dell’appaltatore per tutelare o risarcire gli attuali dipendenti Seribo che dovessero essere licenziati o danneggiati. Tra le correzioni accolte dalla Giunta , illustrate oggi in commissione dall’assessore alla Scuola, Marilena Pillati, nell’attuale bozza di delibera si esplicita che l’eventuale ricerca di un nuovo socio privato per Seribo presenterebbe condizioni d’accesso tali da costituire “un limite per un’ampia partecipazione alla gara da parte degli operatori” (tema su cui, nei giorni scorsi, ha insistito a lungo la capogruppo di Sel, Cathy La Torre). Si aggiungono poi emendamenti che spaziano dal contesto normativo all’origine biologica delle materie prime. Per Errani e Pieralisi, però, lo sforzo per migliorare il documento non può dirsi concluso. “Sono soddisfatto perché la maggior parte dei miei emendamenti é stata accolta”, dichiara il democratico, ma “c’è ancora un lavoro da fare lunedì prossimo in Consiglio” e “credo che ci sia una disponibilità in tal senso” della Giunta. In particolare, per Errani va inserita una garanzia sul fatto che nel futuro servizio siano impiegati gli stessi operatori oggi alle dipendenze di Seribo e esplicitato che la gara dovrà essere “incentrata sulla qualità”, prima che sulla convenienza economica.Sugli stessi temi di Errani continua a insistere Pieralisi. L’assicurazione sul fatto che l’impiego dei lavoratori resterà identico va messa nero su bianco altrimenti, pur senza incorrere in licenziamento, gli operatori rischiano trasferimenti o demansionamenti, sottolinea il vendoliano. Nel decidere il vincitore dell”appalto, poi, per Pieralisi le valutazioni qualitative dovranno pesare “almeno per l’80%” e anche questo va inserito in delibera. Senza queste ulteriori modifiche, “la delibera non si può votare”, ribadisce e sembra intenzionato ad esprimersi contro e non ad astenersi, come da indicazione fornita venerdì dalla capogruppo La Torre (“E’ la sua posizione”, ribadisce il consigliere). Inserire un passaggio come quello sull”80%, però, “non sarebbe corretto dal punto di vista tecnico”, replica la dirigente Francesca Bruni, perché si andrebbero ad invadere competenze che sono “squisitamente” in capo agli uffici. Si aggiungono poi gli emendamenti proposti da Aldrovandi, che portera” in aula un ordine del giorno: penale da ben 500.000 euro, a carico dell’appaltatore, “per anno e per ogni dipendente licenziato a qualsiasi titolo” tra quelli ricompresi nel ramo d’azienda; multa pari a cinque volte il danno subito dagli operatori in caso di ricontrattazioni aziendali; costituzione, tramite le sanzioni erogate, di un fondo di risarcimento in favore dei lavoratori ex Seribo. Aldrovandi, poi, resta convinto che nel passaggio all’appalto il Comune finirà per spendere di più, ma la vicesindaco Silvia Giannini assicura: “Non ci saranno effetti negativi sul bilancio”. Lunedì in voto in aula. (fonte agenzia Dire)